Ronaldinho ed Eto’o, caviale e champagne

Il brasiliano sbaglia un rigore, ma segna il gol decisivo. Benfica vicino al pari, poi il diavolo nero scaccia gli incubi. E a San Siro torna Messi

Riccardo Signori

nostro inviato a Barcellona

Forza Milan, eccoti il Barcellona. C’è Rijkaard, vecchio amico in panchina. Ronaldinho che fa squadra e spettacolo sul campo. Eto’o con il suo veleno al quale è difficile trovare l’antidoto. Anzi, senza nulla togliere agli altri, questo Barcellona è Ronaldinho, Eto’o e altri nove, che poi sono gente di qualità come Van Bommell e il lunatico Deco, di spessore agonistico come Puyol e Van Bronckhorst, oppure classe operaia come Larsson, Iniesta e altri. Barcellona in semifinale senza gran rullare di tamburi, merito di due gol strappati dall’indomabile duo «caviale e champagne», in linea con la recente vena micragnosa che attanaglia la squadra di Rijkaard. Barcellona squadra solida, alla quale ieri sera mancavano un paio di personaggi di qualità (Motta e Messi), contro la quale serve gran ritmo e solidità difensiva sulle fasce laterali, che non è proprio il punto forte del Milan.
La squadra di Rijkaard è stata subito feroce nell’imperversare sulle fasce laterali. Ronaldinho ha fatto spettacolo nel bene e nel male, Eto’o soprattutto nel bene: serpente micidiale ogni volta che ha provato a tagliare palloni verso l’interno area, ben assecondato da Larsson, lo svedese accreditato della miglior mira in questi tempi grami di gol.
Eppure nonostante questo frullare di voglie e azioni, il Barcellona si è subito insabbiato nella melanconia della mira storta quando Ronaldinho si è visto parare un rigore da Moretti, brasiliano un po’ folle nella sua interpretazione del portiere. Rigore che avrebbe potuto addormentare la partita, provocato da un più che sospetto mani in area di Petit per toglier palla a Van Bommel. Ronaldinho ha pensato davvero allo spettacolo e la partita, più che il Benfica, ne ha goduto. Tanto il gol ha messo poco ad arrivare. Il tempo di pescare Moretto in un’altra parata decisiva, Deco in un fallo canaglia sul portiere che gli ha provocato l’ammonizione (sarà squalificato), Miccoli in un eterno far niente (ha toccato la prima palla dopo 40 minuti). Insomma nemmeno un quarto d’ora per ritrovare Eto’o in uno dei suoi assolo da lasciar tutti col fiato sospeso, pronto a scaraventare palla in mezzo all’area sul destro, stavolta freddo, di Ronaldinho.
Messo a punto il risultato, il Barcellona si è un po’ fermato e il Benfica ha dimostrato d’essere avversario com micce spente (Simao si è mangiato il gol del pareggio dopo 16’ della ripresa, servito dall’unico assolo di Miccoli, e Luisao s’è visto respingere una bordata da Valdes) ma comunque capace di tener a bada funamboli e routiniérs.

E, ad ogni pausa del Barcellona, pronto a metterlo in soggezione con il gran lavoro dei suoi centrocampisti. Impresa assolutamente non facile quando la palla finiva tra i piedi di Eto’o, diavolo nero del gol finale. Prendete nota di questi dati: Eto’o 5 reti in 8 partite, Ronaldinho 7 in 9 match. Può bastare per tremare.

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