Franco Ordine
«Se Shevchenko dovesse andar via, il Milan non chiuderebbe». Carlo Ancelotti, investito dal gran numero di messaggi e di iniziative dei tifosi per trattenere lasso di Kiev, prova a cancellare latmosfera da ultimi giorni di Pompei che si fa largo tra il popolo rossonero. Come dire, sarà una perdita importante, una perdita tecnica, ma non sarà la fine del Milan. «Noi cerchiamo di tenerlo, è lui che vuole andare via» la precisazione è di Silvio Berlusconi, tra qualche settimana, di nuovo presidente a tutti gli effetti, anche a quelli di legge, del club di via Turati in un colloquio franco e occasionale con un giovane tifoso incrociato nel corso di una visita a un centro commerciale milanese. «Compri Ronaldinho» insiste il giovanotto intraprendente. «Non lo vendono» replica al volo Berlusconi che sullargomento è documentato. E infatti nella relazione di Galliani al presidente, laffare Sheva è spiegato in tutti i suoi risvolti tecnici e finanziari. «Non so delle minacce alla moglie» lunica frase fuori argomento passata da Galliani ai cronisti che lhanno interrogato. Della storia ne ha parlato solo Shevchenko, in formali colloqui per difendere la signora Kristel a proposito della decisione di lasciare Milano per Londra, il Milan per il Chelsea. Oggi è il giorno del pronunciamento. Shevchenko, rientrato ieri sera da Kiev, è atteso in mattinata a Milanello per alcune cure, nel pomeriggio in sede, nellufficio di Adriano Galliani, per ottemperare alla prima delle condizioni imposte dal club. «Il Milan di Berlusconi non ha mai venduto un calciatore per soldi. Lo farà solo se sarà linteressato a reclamarlo» disse Galliani. E Sheva deve sottoporsi a questa prassi, che non è solo formale. Poi dovranno realizzarsi le altre due condizioni: compatibilità economica e tecnica della cessione. Cioè, il Chelsea deve sborsare una cifra significativa. 50 milioni e Gallas, la prima richiesta, rigettata da Abramovich. Già perché leventuale successore di Shevchenko sarà scelto dal Milan, in perfetta sintonia, tra società e allenatore. Su questo punto ci sono già due indicazioni di fondo: a Berlusconi piacerebbe riportare a Milano Ronaldo, ad Ancelotti piacerebbe invece puntare su Ibrahimovic il quale ha già fatto sapere, attraverso il suo procuratore, di gradire il trasferimento in rossonero. Se, per motivi diversi, dovessero saltare entrambe, o Shevchenko resta a Milanello, blindato dal suo stesso contratto, magari prolungato, oppure bisognerà fare ricorso a una soluzione di minor prestigio, Suazo è un attaccante gradito.
Lipotesi di una conferma di Shevchenko, come si capisce, è molto remota al momento. E non certo perché ci sarebbe da ricostruire il rapporto con lallenatore. «Dopo due minuti ricominceremmo come il primo giorno» fa sapere Ancelotti parlando a milanchannel non più tardi di lunedì sera. Semmai possono preoccupare le relazioni diplomatiche con la squadra, con Costacurta, con Gattuso, con gli altri che non hanno certo gradito il suo rendimento nel finale di stagione e in particolare, il comportamento da capitano, assente Paolo Maldini. I gol, la montagna di gol assicurata in questi anni da Shevchenko, sono il vero motivo di preoccupazione da parte del Milan, da Berlusconi fino a Braida. «Non cè in giro un altro come lui» hanno ripetuto.
Perciò il primo pensiero è caduto su Ronaldo che è in rotta con il Real Madrid, vuol lasciare quello stadio. Ma anche su questa candidatura non mancano gli interrogativi. «Come tornerà dal mondiale?» si chiedono i preparatori di milanlab e forse hanno toccato il tasto giusto. Ma è lunico a poter offrire un contributo consistente in fatto di gol, legando, sul campo, alla perfezione, sia con Inzaghi che con Gilardino. Ibrahimovic è un argomento spinoso. Nessuno ha la voglia di fare quel nome, la società non ha intenzione di passare per sciacallo.
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