RomaLe offese ricevute in piazza San Giovanni non lhanno scosso per niente. Al contrario. «Sono onorato di essere stato definito lacché di Fini perché in politica cè un sentimento che è la lealtà e la coerenza», dice il ministro per le politiche europee, Andrea Ronchi.
Un atto di fede nei confronti del presidente della Camera che non ammette ombre, né dubbi. «Non cambierò mai le mie idee su di lui - insiste - perché il mio è un giudizio è sulla persona, sulla sua qualità, la sua onestà intellettuale». Fini è una «grande risorsa della politica italiana», prosegue il ministro, già portavoce dellex presidente di An ai tempi di via della Scrofa. «È il cofondatore del Pdl e lavora per allargare e rafforzare il partito. Chi dice che voglia far altro o non capisce nulla di politica oppure è in malafede. Fini è stato, è e sarà il motore della costruzione del Pdl».
La leadership di Berlusconi, spiega Ronchi, «nessuno la mette in discussione». Ma è sbagliato pensare che quando il numero uno di Montecitorio «muove delle obiezioni e fa dei ragionamenti lo faccia per distruggere il Pdl. Discutere non significa rompere, significa rafforzare: lui è convinto che un partito del 40 per cento debba porsi dei problemi, debba pensare al futuro e avviare un ragionamento». Anche in merito al presidenzialismo, sostiene il ministro, le parole del presidente della Camera sono state mal interpretate perché «non cè alcuna contraddizione tra le idee culturali e programmatiche di Fini e la sua tempistica: lui ha sostenuto che il presidenzialismo è sicuramente nella storia della destra italiana e si augura che si possa fare ma, in questo momento, oggettivamente ci sono delle riforme che attendono».
Ronchi non ci sta neppure che qualcuno tenti di far passare Fini come un sostenitore occulto di posizioni abortiste o laiciste. Difendendo lintervento dei vescovi («non è un interferenza, ma un richiamo ai valori eterni come la dignità della persona e il diritto alla vita), prende lo spunto per respingere quanto detto da Enrico Letta in unintervista sulla Stampa. Cioè che il pensiero di Fini al riguardo sarebbe più vicino a quello di Emma Bonino che a quello del presidente della Cei, Bagnasco. «Gianfranco ha sempre dichiarato la sua più totale contrarietà allaborto - dice Ronchi -. Vorrei ricordare a questi illustri signori del centrosinistra, che ormai non hanno più nulla da dire, che Fini ha sempre considerato il valore della vita umana il principio basilare della nostra azione non soltanto politica, ma di vita.
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