da Roma
A difesa dell’iper-cattolico duo Bobba-Binetti, che lancia altolà al centrosinistra sulle questioni «eticamente sensibili», scende in campo un esponente ex Ppi della Margherita come Beppe Fioroni, che molti indicano come il vero sponsor della contestata lettera dei due candidati Dl.
Onorevole Fioroni, Bobba e Binetti invitano i cattolici a votare l’Ulivo assicurando che i Pacs non passeranno mai, e mezzo centrosinistra entra in fibrillazione...
«Condivido pienamente quella lettera, perché è un grande contributo per un Ulivo consapevole che una presenza forte di cattolici aumenta i consensi elettorali e impedisce le ridicole strumentalizzazioni del centrodestra che agita lo spauracchio di Zapatero».
I vostri alleati della Rosa nel pugno denunciano una «involuzione ruiniana» dell’Ulivo, ma anche Rosy Bindi parla di un «eccesso di difesa», e dice che nelle liste elettorali non servono «biografie cattoliche di garanzia».
«Quella lettera non è né un eccesso di difesa né una risposta alle aggressioni laiciste della Rosa. È l’affermazione che i cattolici stanno nel centrosinistra a testa alta e schiena dritta, e sono parte di una coalizione plurale senza rischi di egemonie. Non si possono annacquare le biografie per stare insieme, anzi nell’Ulivo ci si sta orgogliosi della propria storia e identità culturale: il partito democratico può nascere solo da una vera e profonda contaminazione, e da un nuovo inizio nel quale sia forte la presenza cattolica».
E al momento giudica che i Ds si siano adeguatamente contaminati con voi?
«Credo che la Quercia abbia imboccato un percorso proficuo, sì. L’unico ostacolo potrebbe essere costituito dall’idea che qualcuno abbia dei geni dominanti sugli altri. Ho apprezzato le parole di D’Alema, consapevole dell’importanza della contaminazione coi cattolici».
I Ds stanno però tra l’incudine e il martello, col rischio di farsi soffiare molti voti laici dalla Rosa nel pugno.
«Non devono sentirsi messi in discussione, e non credo che si faranno condizionare da spinte diverse da quella di sforzarsi per dare un buon governo al Paese. E poi la Rosa nel pugno ha la testa girata all’indietro, non guarda al futuro ma all’800, pone problemi superati dalla storia del Paese».
Onorevole Fioroni, facciamo un gioco, ci dica come voteranno i futuri gruppi unitari Ds-Dl su alcuni temi: il divorzio breve?
«Ci vuole una riflessione seria. A partire da questa domanda: è civile un Paese dove per sciogliere un matrimonio occorre meno tempo che per sciogliere un contratto d’affitto? Non lo è».
Parolina magica: i Pacs?
«Abbiamo chiarito che siamo disposti a riconoscere diritti alle singole persone, anche conviventi. Il riconoscimento della coppia in quanto tale sarebbe un para-matrimonio, e non serve, i Pacs non ci saranno in Italia. Ho due amiche lesbiche splendide, e sono le prime a dire che se ne fregano del riconoscimento del Pacs, quel che chiedono sono diritti precisi, sanitari o pensionistici eccetera».
Testamento biologico?
«La linea è quella sancita dal Comitato nazionale di bioetica: possibilità per il cittadino di rifiutare l’accanimento terapeutico, mai e poi mai legalizzazione di un atto col quale si definisca la qualità della vita che merita di essere vissuta».
E sul finanziamento delle scuole cattoliche?
«Continueremo nel solco iniziato dai governi di centrosinistra, dal ’96 in poi: un percorso che garantisca una visione integrata del sistema scolastico, garantendo pluralità e pari opportunità e doveri a scuola pubblica e privata».
E la legge sulla fecondazione assistita?
«Prima di modificarla va sperimentata a fondo.
Le pare che ormai i ds ne abbiano preso atto?
«Sono una forza politica saggia, che condivide con noi un percorso importante».
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