La Rosa resta con le spine: i radicali rompono con lo Sdi

(...) Più chiaro di così, Marco Fallabrini, consigliere della Provincia e membro radicale del coordinamento provinciale della «Rosa nel Pugno», non poteva essere, nel prendere decisamente le distanze dalla componente socialista del gruppo di cui, almeno formalmente, ancora fa parte. Tutta colpa dello scandalo-Centro Cooperazione e Sviluppo, col coinvolgimento del segretario regionale socialista? Niente affatto, replica immediatamente Fallabrini, garantista per tradizione e convinzione: «Le accuse, in questo come in tutti gli altri casi analoghi, sono da verificare, è troppo presto per emettere una sentenza di colpevolezza, e mi auguro per gli interessati che riescano a dimostrare la propria innocenza. Ma se è vero che certi episodi lasciano comunque il segno - aggiunge l’esponente radicale - è altrettanto vero che pesa molto di più sul mio giudizio la questione che si è aperta ad Arenzano, con la diretta responsabilità di un socialista come l’assessore, ora decaduto, Stefano Robello nella crisi che ha portato alla caduta del sindaco e allo scioglimento del consiglio comunale. Il tutto ha avuto come conseguenza la mancata approvazione della variante al pieno regolatore in grado di impedire lo scempio ambientale che si voleva perpetrare in Pineta, col progetto firmato dall’architetto-assessore Robello. Appunto».
Fallabrini è un fiume in piena: da ambientalista senza se e senza ma, non può tollerare che qualcuno, tanto meno del suo schieramento, si renda promotore di una «cementificazione selvaggia». Ne trae pertanto le conseguenze in vista della prossima tornata elettorale: «Di certo, io non ci starò con un’eventuale riedizione della Rosa nel Pugno, che comunque vedo già defunta. Lo stesso Pannella ha litigato con lo Sdi proprio su questioni amministrative». Rosa con pugno o con le spine che sia, Fallabrini si candida o no? «Certo che mi candido. Non a sindaco, per carità, ma in lista, con la stessa coerenza ambientalista e radicale che mi ha sempre caratterizzato. La settimana prossima è in programma l’assemblea dei radicali, da lì potranno uscire proposte e ipotesi di candidature. In ogni caso - conclude Fallabrini - siamo favorevoli alle primarie che significano dibattito e partecipazione».
Infine, un «ritorno» quasi obbligato ad Arenzano, per puntualizzare ancora su una faccenda che lo ha veramente scottato: «Dobbiamo vigilare perché ci siamo accorti che negli ultimi tempi sono cresciuti i tentativi di cementificazione delle coste della Liguria.

Ebbene - insiste il consigliere provinciale - i radicali, da sempre attenti alle questioni ambientali e alla trasparenza della vita politica chiariscono che gli unici eletti col simbolo della Rosa nel Pugno a livello regionale sono quattro consiglieri di Savona votati nel maggio 2006». Così la Rosa, più che appassire, rinsecchisce. E i radicali se ne vanno mille miglia lontano.

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