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La «Rosa» sta fiorendo per Caspanello

Viviana Persiani

Quali sono i motivi che spingono gli uomini a partire abbandonando la terra natia, le radici dalle quali hanno avuto nutrimento e sostegno, per andare alla ricerca di una valida alternativa?
Questa è la domanda che si è posto Tino Caspanello, approdando a una profonda riflessione attorno al tema della realizzazione di se stessi e all’ansia di concretizzare i propri sogni. Così, guidati dalla forte urgenza di uscire da una sorta di prigione della realtà, i quattro protagonisti di Rosa in scena al Teatro i, frustrati dal loro presente, anelano alla fuga.
«Il vuoto e una panchina, sono i soli elementi ad avvolgere gli attori che, accompagnati da suoni esterni, come lo stridio delle cicale e un cane che abbaia, vivono una vicenda sospesa tra presente e passato, tra futuro e contemporaneità. Non è un caso che abbia creato questa atmosfera ovattata, abbellita da una scenografia essenziale: sarà il pubblico, parte attiva dello spettacolo, a lasciare spazio alla fantasia e alla creatività dando vita, nella sua mente, a quadri originali e personalizzati».
È lo stesso autore messinese Tino Campanello, regista e interprete della messinscena, a raccontare come, attraverso una scrittura leggibile su differenti piani temporali, abbia voluto creare una gabbia spazio-temporale, senza vie di uscita all’interno della quale Carmelo, Angelo, Nicola e Rosa si trovano ad affrontare il dolore dell’allontanamento.
Dopo il felice debutto nel Festival “Primavera dei teatri” a Castrovillari, Campanello affronta la platea milanese con il suo dialetto messinese: «Ho dato vita, attraverso la parola, a un corto circuito, nel quale anche il pubblico resta intrappolato. I protagonisti si esprimono in dialetto messinese, una lingua comunque semplice, quotidiana, priva di barocchismi e di accentuazioni particolari. I ragazzi in scena sono collocati su un confine, congelati su un limite al di là del quale c’è l’accettazione e la non accettazione della realtà».
Per non soffrire è bene non misurarsi con la realtà; Rosa è la protagonista femminile che si addolora per la perdita di un amico e accettando le condizione dell’esistenza, raccoglie le forze e riesce a scappare. «Rosa è l’unica che, spinta da un impeto di disperazione, compiendo un atto di coraggio, forse di paura, sale su un treno e si allontana, mentre gli altri restano a guardarla proseguendo il loro gioco».


(Nell’ambito dell’iniziativa iScripta-incontro con gli autori a Teatro i questo pomeriggio alle 18.30 Tino Campanello incontrerà il pubblico milanese).
Rosa, Teatro i, via Gaudenzio Ferrari 11, ore 21, per informazioni 02-8323156. L’ingresso costa 12 e 10 euro

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