Rose bianche e lacrime: passerella di addio per la stilista Mila Schon

Ieri pomeriggio monsignor Alessandro Gandini ha celebrato il funerale nella basilica di San Babila gremita di amici e colleghi

Fin dagli anni ’60, quando la moda era ancora piena di fronzoli, Mila Schon ha sempre guardato al minimalismo, e i suoi abiti li tagliava come una tela di Fontana. Ieri Milano, la città che l’aveva adottata, le ha detto addio proprio ricordando la sua missione per la bellezza e per l’arte. Tante rose bianche e una cerimonia sobria nella basilica di San Babila, a due passi dal suo appartamento di via Borgonuovo, per l’ultimo saluto a Carmen Nutrizio (questo il suo vero nome), che si è spenta la notte fra il 4 e il 5 settembre all’età di 92 anni. In una chiesa affollatissima, anche monsignor Alessandro Gandini, che ha celebrato la messa, ha sottolineato la sua vocazione all’arte ricordando che «non è facile trovare persone così immerse nel proprio lavoro con uno sguardo rivolto verso l’alto».
Moltissimi i milanesi presenti alla cerimonia d’addio per la signora dell’eleganza di origini dalmate. Fra amici e parenti, tante le personalità del mondo della moda e della politica. In prima fila, il sindaco Letizia Moratti e, accanto a Beppe Modenese, presidente onorario della Camera della Moda, la collega Mariuccia Mandelli in arte Krizia. E poi l’assessore Tiziana Maiolo, Rosita Missoni, Elio Fiorucci, la stilista della maison Bianca Gervasio, Massimo e Milly Moratti, Federica Fontana, il gallerista Niccolò Cardi e Geronimo La Russa, amici di Nicola, il nipote della stilista. «Era il simbolo dell’eleganza della nostra città. Dell’eleganza vera, perché fatta di una cultura profonda, di amore e passione per il bello e per l’arte, che si traducevano nella sua moda», ha commentato il sindaco.
All’uscita dalla chiesa, prima che il feretro partisse per Colle Quargnento, nell’Alessandrino, vicino alla tenuta di famiglia dove si è spenta la stilista, fra i tanti che hanno abbracciato il figlio Giorgio, c’era anche Michela Gamba. Storica modella della maison, dopo 14 anni di passerelle, la Schon la volle come direttrice della boutique romana di via Condotti. Commossa, la Gamba ha raccontato di quando «nel ’64 il marchese Giovanni Battista Giorgini, l’organizzatore della prima sfilata italiana a Palazzo Pitti, le chiese di fare moda: fino ad allora quella di Mila Schon era infatti una sartoria». Da quel momento la stilista non si è più fermata. E, come ricorda Alberto Lattuada, disegnatore di bozzetti della maison negli anni ’60, «non ne sbagliava una perché aveva un estremo gusto e sceglieva sempre i modelli più belli». Il suo segreto? «Aveva un aplomb nordico. Era fredda ma infallibile nel gusto. La sua freddezza nei rapporti umani si trasformava però in amicizia duratura se sentiva affinità», ha concluso Lattuada.

Alcuni dei suoi schizzi più belli saranno esposti a Palazzo Reale, dove il 26 settembre si aprirà al pubblico una grande mostra che ripercorre i cinquant’anni della maison della stilista. L’inaugurazione ufficiale subito dopo la sfilata, nella Sala delle Cariatidi.

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