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Rossa a pezzi. Barrichello fa lo Schumi con Button

LOTTA FRATRICIDA Fra i due in palio titolo e un posto nel team. I trucchi di Rubens. Fisico: «È l’auto che guida me...»

Può un Barrichello fare lo Schumacher? Sì. Negli ormai lontani anni trascorsi in Ferrari, Rubens era capace di mettere in pista una gara alla Schumi... diciamo una volta ogni venti gare. Ora, però, il quesito non riguarda solo il pilota, ma anche l’uomo. Può Barrichello comportarsi come l’enormità tedesca, nel senso di adottare quei trucchi del mestiere che solo certi talenti possiedono e solo certi ex compagni hanno imparato a loro spese? Sì. Può.
Anzi. Avviene. È quanto sta andando in scena sotto i riflettori spaziali del Gran premio by night di Singapore. Il brasiliano e il suo compagno, Jenson Button, si stanno infatti giocando il mondiale a spallate. Il primo insegue distante 14 punti e il secondo guida in vetta a 80. Solo che il brasilero arriva dalla scuola Schumi e dalle annesse, preziose, umiliazioni subite. Per cui a 37 anni sa che cosa deve fare. In tal senso, l’educato playboy d’Oltremanica è invece vergine. In passato, mai, neppure in sogno, si era trovato per le mani una macchina da titolo mondiale. Per cui, una volta esaurito l’abbrivio tecnologico frutto dell’ormai dimenticato diffusore furbetto, a Jenson è toccato difendere il vantaggio dall’immancabile assalto del compagno e degli uomini RedBull. Non a caso, oggi, Vettel che scatta terzo, si giocherà il tutto per tutto pur di avvicinare i due compagni in fuga. Ma si diceva: esaurito il vantaggio, Button è stato costretto a subire la rimonta di Barrichello, culminata nelle vittorie di Valencia e Monza.
Rubinho, però, uomo e pilota che di sfottò e delusioni ne ha ingoiati parecchi, stavolta si gioca il tutto per tutto conscio che solo così cancellerà i fantasmi schumacheriani. Da qui la decisione - si vocifera - di celare al compagno ogni dato, ogni numero, ogni messa a punto particolare scelta o introdotta dal proprio gruppo di tecnici. In pratica, agisce come un novello Schumi; anche se il teutonico più che celare, imponeva decisioni e le monoposto venivano costruite a sua immagine e mascelluta somiglianza.
«Non è vero niente», si difende il brasiliano, «non sto facendo nulla di simile e se anche lo volessi, non potrei: perché ci sono così tanti computer e dati telemetrici, che tutti li possono vedere... La verità è che condividiamo tutto». Ma il tam tam continua. Anche perché fra Barrichello (5°, partirà però 10° per la sostituzione del cambio) e Button (12°) non c’è in palio solo il mondiale, ma anche un volante. Nico Rosberg sembra in arrivo per volere della Mercedes, quindi, Rubinho e Jenson, si giocheranno l’altro posto. Non male per correre in serenità...
Serenità che non ha la Ferrari ormai con la testa al 2010. A Maranello si sviluppa l’auto del prossimo anno e si fa quel che si può con la F60. «Andare a punti? Solo se ci saranno imprevisti» ammette Domenicali. Quanto a Fisichella, 18°, è a pezzi: «A volte pareva che fosse lei a guidare me...».

Colpa dell’assenza di test, colpa di queste regole folli.

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