da Donington
Dopo le libere del mattino la situazione sembrava disastrosa, con Valentino Rossi solo ottavo e apparentemente incapace di guidare la sua Yamaha, tanto da finire nel fango un attimo dopo essere uscito dal box. «Avrei voluto scappare, ho sperato che nessuno mi avesse visto, ma c'erano troppe telecamere» commenterà poi quasi divertito, ma ancora incredulo. Pochi metri più in là invece, al box Ducati la situazione era completamente opposta, con Casey Stoner quarto e un passo gara impressionante, da paura. Nel paddock già ci si chiedeva: cosa sta succedendo a Rossi? Ma è bastato un po' di sole, un innalzamento della temperatura di qualche grado, perché Valentino tornasse il campione di sempre. «Il problema - spiega dopo aver ottenuto il secondo tempo nelle qualifiche, battuto solamente dal compagno di squadra Colin Edwards - è che con le nostre gomme, la Yamaha era inguidabile al mattino ed ero così frustrato che uscendo dal box ho fatto quell'errore incredibile, stupido, finendo fuori pista e riempiendomi di fango dalla testa ai piedi. È stato uno dei miei peggiori turni da molto tempo a questa parte, ma nel pomeriggio, fortunatamente, con l'innalzamento della temperatura la situazione è cambiata radicalmente. Abbiamo lavorato bene, la M1 è competitiva, riesco a guidare con efficacia, a divertirmi e in queste condizioni anche le Michelin funzionano a dovere».
Insomma, tutta un'altra storia, tutto un altro Rossi. E anche aver perso la pole position è considerato da Valentino come un segnale positivo: negli ultimi nove Gp, chi è partito davanti a tutti non è mai riuscito a salire sul gradino più alto del podio e il campione di Tavullia, sempre attento alle scaramanzie, non può che rallegrarsi di una simile circostanza. Inoltre, avere davanti il fido scudiero Edwards non può che farlo stare tranquillo, mentre con ogni probabilità i suoi avversari saranno ancora una volta Daniel Pedrosa (terzo) e Casey Stoner (quinto). In condizioni di asciutto, difficile dire chi fra i tre è messo meglio. Pedrosa, che qui l'anno scorso vinse alla grande e per distacco, è molto costante, forse anche un po' più veloce, ma ha dimostrato di non essere così aggressivo nel corpo a corpo, mentre Stoner, sotto questo aspetto, non teme nessuno, nemmeno Rossi. «Casey è il mio favorito - dice secco Valentino - e poco importa se parte con il quinto tempo: con la Ducati che ha, alla prima curva sarà già secondo».
L'australiano fa paura, anche perché la prima fila - e forse anche la pole position - gli è sfuggita solamente per un errore all'ultima curva e il suo miglior tempo l'ha ottenuto con gomme da gara e non con quelle morbide da qualifica. «La mia moto è competitiva in ogni settore della pista - sottolinea il capoclassifica del mondiale - e rispetto all'inizio dell'anno abbiamo migliorato anche quei pochi punti dove eravamo più in difficoltà, come nei lunghi curvoni e in frenata. Siamo competitivi, sia sull'asciutto sia sul bagnato».
La pioggia, invece, è la variabile che fa più paura a Rossi. «Pregherò tutta la notte perché in gara ci sia il sole», scherza, ma non troppo Valentino.
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