Nanni Scaglia
Era il Gastone del motomondiale, si sta trasformando in Paperino. Valentino Rossi sembrava imbattibile, senza avversari, in grado di vincere sempre e comunque, indipendentemente dalla moto, dagli avversari, dalle condizioni meteo, insomma da qualsiasi variabile. Ma adesso sta succedendo qualcosa che non si poteva preventivare: anche Valentino è sfortunato. Abbattuto da Elias alla prima curva del primo Gp, Rossi questa volta ha dovuto fare i conti con un pneumatico difettoso, che lo ha privato di un terzo posto sicuro costringendolo al ritiro, proprio sul più bello, quando la sua furibonda rimonta dalla tredicesima posizione iniziale lo stava portando sul gradino più basso del podio. Un risultato al di sotto del suo livello abituale, ma comunque più che accettabile in un campionato tanto incerto ed equilibrato. Ma quando il più sembrava fatto, quando Rossi, dopo un inizio difficile, era quinto e stava finalmente imponendo il suo ritmo, ecco che un pezzo della Michelin anteriore si è staccato, portandosi via anche il parafango della Yamaha e costringendo il campione a rientrare ai box a sette giri dalla fine, per un improbabile cambio gomme stile F1, prima del ritiro definitivo nel corso - guarda che sfortuna! - del diciassettesimo passaggio.
«Non so dire esattamente cosa sia successo - dice molto amareggiato - ho utilizzato la stessa gomma di tutti gli altri, ma probabilmente era difettosa. Era il 14° giro quando nel lungo rettilineo ho sentito una forte vibrazione, che è diventata ancora più intensa in quello successivo. Lì per lì pensavo venisse dalla gomma posteriore e per questo quando sono rientrato ai box ho chiesto di cambiare quel pneumatico. Sono ripartito e solo a quel punto mi sono reso conto che il problema veniva dall'anteriore e ho dovuto ritirarmi. Non sarebbe cambiato nulla, anche se avessimo sostituito subito l'anteriore: non avrei comunque preso punti».
Così è finito nel peggiore dei modi un altro Gp difficile, che Rossi stava comunque raddrizzando alla sua maniera dopo un altro sabato pieno di problemi, di «chattering», la vibrazione della ruota anteriore che nel 2005 ha mandato in tilt Max Biaggi. E preso da «biaggite» acuta, nel dopo corsa Valentino ha sputato veleno contro tutto e tutti, come non aveva mai fatto prima.
«Questo problema - dice senza giri di parole - mi ha fatto perdere 16 punti sicuri, perché stavo recuperando otto decimi al giro su Edwards (suo compagno di squadra, ndr) e su Hopkins. Ma per la seconda volta in questa stagione, e non per colpa mia, ho dovuto rinunciare a un risultato importante. La Michelin ha sbagliato due volte, prima consigliandomi una gomma più dura di quella del warm up, dove ero stato velocissimo, e poi dandomi questo pneumatico difettoso». Ma ce n'è anche per la Yamaha.
«Siamo in grande ritardo. Il problema è il telaio, è stata presa la direzione sbagliata e paghiamo cari questi errori, non certo dovuti a me, perché la moto non l'abbiamo fatta insieme. Ci vuole qualcosa di nuovo e alla svelta, perché le Honda volano e per vincere quest'anno bisogna essere al massimo. Io ho dato le indicazioni giuste, adesso tocca ai tecnici intervenire».
Su una cosa Rossi ha sicuramente ragione: le Honda volano, anche grazie ai nuovi piloti come Daniel Pedrosa, capace di vincere a 20 anni e 227 giorni il suo primo Gp nella classe regina, dopo solo quattro gare dal debutto. Quest'inverno, in tempi non sospetti, Valentino aveva indicato Daniel come uno dei possibili candidati al titolo mondiale e i fatti gli stanno dando ragione: Pedrosa guida benissimo, cresce gara dopo gara, è intelligente, commette pochi errori e va sempre più forte. Farà vedere i sorci verdi a tanti rivali, Rossi compreso.
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