Per far fronte ai debiti di gioco, a 53 anni suonati si è improvvisa rapinatore di banca. E difatti gli ma male, infila un errore dietro laltro fino a farsi bloccare da un vigilantes che se lo tiene buono buono qualche minuto per poi consegnarlo alle volanti.
Peggio di così non poteva andare a M. L., classe 1952, che laltro giorno verso le 13 è entrato nella filiale della Banca popolare commercio industria e artigianato di via Pergolesi. È andato alle casse e, mostrando il suo bravo taglierino, si è rivolto a un cliente di 77 anni intimandogli di togliersi dai piedi «Non mi interessano i tuoi soldi». Quindi ha rivolto larma verso la cassiera e si è fatto consegnare il contante, circa 5mila euro. Quindi ha infilato la porta e si è ritrovato in strada pronto per la fuga.
Ma cera sempre quel vecchietto di cui si era completamente dimenticato e che, dopo essere stato allontanato, era schizzato fuori dalla banca come un razzo. Appena ha visto uscire il rapinatore si è messo a gridare con quanto fiato aveva in gola il classico «Al ladro! Al Ladro!». Attirando lattenzione di Vincenzo S., 32 anni, guardia giurata fuori servizio. Luomo si è lanciato allinseguimento del rapinatore acchiappandolo dopo quattro salti. Nel frattempo era ovviamente scattato lallarme al 113 che aveva inviato alcune pattuglie in zona. E il primo equipaggio non ha dovuto fare altro che prendere il «mariuolo» in consegna.
Gli agenti però ha subito scoperto che il bandito non rientrava proprio nei consueti «standard» malavitosi. Prima di tutto a un controllo al terminale, luomo è risultato pulito, nemmeno una denuncia, manco un divieto di sosta. Quindi sono andati a fare la solita perquisizione trovando una casa, in zona Solari, più che decorosa, una moglie insegnante e i due figli laureati. I conti non tornano. Gli investigatori iniziano a interrogate il rapinatore scoprendo che si tratta non del solito balordone bensì di un tranquillo professionista, sembra impiegato in unagenzia di recupero crediti. Luomo si è limitato a dire che era il primo assalto che tentava e che era stato spinto allazione dai debiti, diverse decine di migliaia di euro. E quando i poliziotti hanno cercato di saperne di più, M. L. ha fatto un vago accenno al gioco dazzardo. Mezze parole smozzicate, qualche riferimento alle slot machine.
Insomma alla fine è venuta fuori una vicenda tutto sommato pietosa, un dramma umano più che un caso di «nera». Ma, codice alla mano, in questi casi cè poco da fare: rapina a mano armata si traduce in arresto obbligatorio e luomo è stato trasferito a San Vittore.
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