Roy Paci e gli Aretuska: energia pura, ma dopo i gol

Il leader della band siciliana è pronto ad infiammare l’Idroscalo al ritmo di trombe e sax: «Prima però guardiamo tutti insieme l’Italia sul maxischermo»

Marco Guidi

Dalla Sicilia con furore, al ritmo di trombe e sax. Roy Paci e gli Aretuska approdano stasera all’Idroscalo. Una delle tappe più importanti del tour estivo del «Padrino» di Augusta e dei suoi «picciotti».
Come nasce il soprannome «Padrino»?
«Risale ai primi anni degli Aretuska. In Sicilia c’è la consuetudine di dare soprannomi e nomignoli a tutti. Io, essendo il capo della band, sono diventato il “Padrino”».
Com’è il tuo rapporto con la Sicilia?
«Un legame d’amore e d’odio. È una terra dove è difficile confrontarsi con culture diverse, non solo per quanto riguarda la musica. Lavoro meglio lontano dalla mia gente, perché posso soddisfare la mia fame di conoscere cose nuove. Fermo restando che in Sicilia ho tante persone che mi vogliono bene e che mi rispettano. E che appena posso cerco di omaggiare la mia terra con la musica».
Cosa hai in programma stasera per il pubblico dell’Idroscalo?
«Un concerto di energia pura. Suonare a Milano è sempre qualcosa di speciale. Qui abbiamo molti fan. Ricordo quando ci siamo esibiti a Villa Arconati, una serata bellissima. Infatti verremo nel Milanese anche l’8 settembre, a Gorgonzola».
Il concerto è stato posticipato per poter seguire la partita dell’Italia. Come mai?
«Abbiamo ricevuto più di 500 mail di aficionados che chiedevano se c’era la possibilità di vedere la gara. La risposta è sì. La vedremo tutti insieme al maxischermo dell’Idroscalo. Poi partirà il concerto. Se la Nazionale vince faremo festa, altrimenti avremo il compito di scacciare la tristezza per l’eliminazione degli azzurri a suon di musica».
Hai partecipato a «Markette» e «Zelig». Ti piace il palcoscenico televisivo?
«Non so. Ho accettato alcune richieste perché arrivavano da particolari personaggi, come Claudio Bisio e Piero Chiambretti. Non è questione di ribalta televisiva, ma di idee. In pratica basta fare delle valutazioni sul progetto. Se mi piace, vado in tv. Altrimenti no, semplice».
Oltre a musicista, sei anche produttore con la tua etichetta «Etnagigante». Come intendi questo ruolo?
«Lo scopo è quello di diffondere un certo tipo di musica che altrimenti non troverebbe spazio necessario nelle etichette convenzionali. È un laboratorio dove si scoprono nuovi artisti e si sperimenta molto. E poi serve a dare consigli ai giovani musicisti su come non farsi fregare dal sistema. Sono una specie di discografico-sindacalista, più che un produttore».
Nella tua carriera hai collaborato con artisti italiani ed esteri di spessore. Con chi vorresti incontrarti di nuovo?
«Direi con i Mau Mau.

Magari anche solo come special guest in un loro concerto. Il nostro rapporto si è interrotto per colpa di agenti esterni. Purtroppo».
Roy Paci e Aretuska, Idroscalo in Festa, Spazio Arena, info 02-70200902, ore 22.30, ingresso gratuito.

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