Economia

A ruba il nuovo bond di Fiat Per Marchionne 1,2 miliardi

nostro inviato a Balocco (Vc)

Circa 8 miliardi di ordini complessivi. Ha riscosso un notevole successo l’offerta della Fiat di un bond a 5 anni, con scadenza nel 2014, per un ammontare nominale di 1.250 milioni, un prezzo di emissione pari al 99,498% del suo valore nominale e una cedola fissa del 7,625 per cento. Il regolamento dell’offerta è annunciato per il 15 settembre e i titoli saranno emessi da Fiat finance and trade, società interamente controllata dal Lingotto, nell’ambito del programma «global medium term notes» garantito dalla capogruppo. Si tratta della seconda emissione ravvicinata per il gruppo guidato da Sergio Marchionne, che solo alla fine di luglio aveva collocato un bond sempre da 1,25 miliardi, raccogliendo ordini per 10 miliardi di euro. Nell’occasione, a causa delle condizioni di mercato peggiori, il rendimento proposto era più alto: 9,25 per cento.
All’inizio della settimana anche Eni aveva lanciato «con successo» un’emissione obbligazionaria a tasso fisso del valore nominale di 1,5 miliardi, con una durata di 10 anni e il pagamento di una cedola annuale più bassa (4,125%) rispetto alla Fiat. «La differenza del rendimento offerto dai due gruppi è presto spiegata - afferma un analista -: Fiat è considerata più rischiosa e ha un “rating” peggiore rispetto a Eni (Torino ha rating “junk”, a Ba1 per Moody’s; e BB+ per S&P e Fitch, ndr)». Le banche internazionali sostengono che le emissioni della Fiat (il collocamento di ieri è stato curato da Bnp Paribas, Rbs e SocGen) proseguiranno: per il Lingotto, infatti, sono in scadenza bond del valore di 2,8 miliardi (2010), 3,8 miliardi (2011) e 1,5 miliardi (2013). A queste scadenze bisogna aggiungere quelle di debiti bancari per un ammontare di 3,4 miliardi e altri debiti per complessivi 900 milioni. «Il collocamento - aggiunge l’analista milanese - fa parte dell’attività di raccolta di risorse. Ritengo che, ripagate le obbligazioni, Torino rinnovi con le banche le linee di credito». La risposta positiva al bond rappresenta un segnale di fiducia verso il gruppo industriale, testimoniata anche dagli acquisti sul titolo. In Borsa le azioni valevano ieri sera 8,24 euro grazie al balzo dell’1,3%, legato in particolare - secondo le sale operative - «all’ottima reazione dei mercati all’emissione».
Ma a spingere Fiat, ieri, sono state anche le novità sul fronte industriale e le prospettive offerte, anche negli Stati Uniti, dall’applicazione della tecnologia Multiair, per ora riguardante i soli motori a benzina, brevettata dal Lingotto. «Il sistema - ha detto Sergio Cravero, amministratore delegato di Alfa Romeo Automobiles (la MiTo sarà il primo modello del gruppo a dotarsi di questa innovazione) - è uno dei fattori competitivi che consentono all’azienda di ridisegnare la sua presenza sul mercato a livello mondiale».
I benefici che ne conseguono sono molteplici se confrontati con i motori tradizionali di pari cilindrata; come l’aumento della potenza massima (fino al 10%) e l’incremento della coppia (fino al 15 per cento). E ancora: riduzione dei consumi di oltre il 10% e delle emissioni di anidride carbonica (fino al 10%), delle polveri sottili (fino al 40%) e degli ossidi di azoto (fino al 60 per cento).
Il debutto del Multiair avviene su un motore di 1.4 litri di cilindrata con tre livelli di potenza: 105, 135 e 170 cavalli. In seguito sarà applicato anche sui Diesel e non sono escluse anche le opzioni della doppia alimentazione con metano o Gpl. Inutile dire che il Multiair, sviluppato dalla Fiat Powertrain Technologies diretta da Alfredo Altavilla, in futuro potrà essere usato come arma di scambio negli accordi industriali con altri partner. Sono già in corso, intanto, i primi test di abbinamento del sistema italiano alle motorizzazioni della gamma Chrysler. Sul tema Stati Uniti, Cravero è stato abbottonato. «Stiamo facendo ogni tipo di verifica - ha precisato il manager al centro prove di Balocco - e credo che entro la fine del 2009 saremo in grado di fornire delle risposte precise. Alfa Romeo sta lavorando per avere risparmi in costi e investimenti. E l’alleanza con Chrysler va in questa direzione». La casa del Biscione conta di commercializzare, nel 2009, circa 115-120mila vetture contro le 108mila del 2008. «Difficile - ha concluso Cravero - fare stime per il futuro. La crisi ha fatto rivedere i piani di tutti.

L’ipotesi di raggiungere le 300mila unità vendute nel mondo rimane un obiettivo, ma non per il prossimo anno».

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