Via Rubattino, sgomberato il campo rom

Allontanati i 250 nomadi accampati sui terreni dell’ex Maserati: in 23 tra donne e bambini ospiti in via Ortles. L’area è stata bonificata e recintata. Istituito un servizio di guardia fissa per evitare il rischio di nuove occupazioni

Via Rubattino, sgomberato il campo rom

Uno sgombero filato via liscio come l’olio: i segnali mandati nei giorni precedenti infatti avevano già sfoltito il numero dei rom accampati in via Rubattino, scesi nella notte da 250 a 150, e quelli rimasti si sono allontanati senza opporre resistenza. Subito dopo sono entrati in azione le ruspe, per le demolizioni, l’Amsa, per i rifiuti, e gli operai per recintare l’area. Poi, in mezzo alle solite polemiche tra maggioranza e opposizione, per la prima volta 23 tra donne e bambini hanno accettato l’ospitalità offerta dal Comune nella struttura di via Ortles.
La buona riuscita dell’operazione è stata anche al centro della relazione tenuta nel pomeriggio il prefetto Gian Valerio Lombardia al periodo incontro con il ministro dell’Interno Roberto Maroni con tutti i commissari all’emergenza rom. «Ciascuno di noi ha illustrato le situazioni della propria città. E devo dire che noi abbiamo fatto un certa figura visto che in pochi anni abbiamo ridotto di due terzi il numero di nomadi presenti a Milano nei diversi insediamenti».
Tra i quali appunto Rubattino, creato da nomadi provenienti da altri sgomberi, soprattutto quello dell’anno scorso dell’ex Enel, dall’altra parte della strada. Un’area dove un tempo sorgeva la Maserati, ora ridotta a uno scheletro di capannone in mezzo a una distesa di pietre e sterpaglie. «I nostri uffici erano subissati di richieste di cittadini terrorizzati dai tanti episodi di delinquenza, violenza e inciviltà: molestie alle donne, aggressioni, furti, vandalismi» racconta il vice sindaco Riccardo De Corato costretto, per questo a mettere alcuni equipaggi di ghisa fissi di ronda attorno all’insediamento. E non più tardi di 10 giorni fa, un equipaggio ha salvato una zingarella di 16 anni da un tentativo di stupro.
E così ieri mattina alle 7 il comandante dei vigili Tullio Mastrangelo ha mosso il suo esercito: ruspe e duecento tra ghisa e poliziotti, ma anche Protezione civile, vigili del Fuoco, un medico e i servizi sociali del Comune che poi si sono presi cura di 23 donne e bambini. Dentro circa 150 persone, di cui 45 minori, in gran parte subito saliti sulle loro auto per poi filare via rapidamente. Alle 10 64 baracche e 35 tende erano state spianate, i rottami raccolti dall’Amsa insieme a qualche altra tonnellata di rifiuti. Una volta bonificata l’area, diventata ormai una «bomba ecologica», è stata «messa in sicurezza», cioé recintata e posto sotto sorvegliata da guardie giurate per evitare imprevisti ritorni
E ora via alle polemiche. Le solite anime belle della sinistra, seguiti dai padri Somaschi, hanno lacrimato a lungo sulla crudeltà dell’intervento. Soprattutto nei confronti dei bambini che non potranno andare a scuola. «La solita falsa litania.

A mamme e bambini è stato offerto un tetto nelle strutture comunali e in 23 hanno accettato. E come possono andare a scuola da un campo abusivo, tanto meglio da una residenza comunale. Più salubre di quel rifugio di topi che era diventato Rubattino».

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