Il rugby parla in veneto anche quando a giocare sono le donne

Treviso contro Riviera del Brenta: si gioca tutta nella Marca la finale 2010 per lo scudetto della pallaovale in rosa

Mentre il rugby dei maschi si interroga sul suo futuro, tra sogni di grandeur e bilanci che fanno acqua, il rugby in rosa italiano vive tranquillo la sua esistenza un po' carbonara. Esistenza sin troppo tranquilla, se quest'anno a giocarsi lo scudetto saranno Benetton Treviso e Sitam Riviera del Brenta: vale a dire le stesse squadre che si sono affrontate in finale negli ultimi sette anni. Un monopolio a due che sta lasciando poco spazio alle speranze del resto del rugby femminile italiano.
Oggi le due corazzate hanno sbrigato le ultime formalità prima di darsi appuntamento per la finalissima. Le trevigiane hanno maltrattato le Red&Blu di Colleferro, mentre le ragazze di Mira hanno faticato un po' di più a liberarsi del Monza, l'eterna «terza forza» del campionato. Riviera e Treviso si rivedranno dunque in finale. L'anno scorso vinse il Benetton per 18-14 al termine di una partita molto tirata. Alle spalle delle due, un movimento che fa della semiclandestinità quasi un elemento d'orgoglio: il rugby femminile in Italia si traduce in una dozzina di squadre, divise equamente tra nord e centrosud. Dopo il malcelato disprezzo degli esordi, il rugby maschile e la federazione hanno deciso di adottare le kamikaze delle mischie e delle touche.

Ma tra le ragazze la passione per la pallaovale non ha mai davvero sfondato. Discorso diverso per il minirugby, dove fino a dodici anni le bambine giocano tranquillamente insieme ai maschi, spesso dimostrando uno sprezzo del pericolo assai maggiore di quello dei colleghi.

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