Cinque a zero per il Pdl sulla Lega per la presenza sul territorio. Grande soddisfazione per come sindaco e partito hanno portato avanti la campagna elettorale per il coordinatore nazionale del Pdl Ignazio la Russa, che non risparmia i complimenti al «suo» vicesindaco, Riccardo De Corato (ex An) ma... C’è un «ma» nel discorso di chiusura della campagna di De Corato, che deve iniziare a prepararsi per un incarico nuovo, dato che la poltrona da vicesindaco è già stata prenotata - con la benedizione del Cav. - dalla Lega. «Tanto rispetto per gli alleati della Lega, ma sul territorio il Pdl batte 5 a 1 il Pd e il Carroccio dal momento che il Pdl ha battuto tutto il territorio» alla faccia della «leggenda metropolitana del partito di plastica» polemizza il ministro della Difesa. Altrettanto l’impegno che il vicesindaco ha dimostrato per la città: «Non c’è angolo o problema di Milano che De Corato non conosca meglio delle sue tasche, e io gli faccio un applauso» anche perché «è suo il merito se non c’è più un problema sicurezza a Milano». Certo, ha ammesso il ministro La Russa, «ci può essere un altro vicesindaco, ma migliore di De Corato no».
Chiuse le questioni interne, la Russa si concentra su Pisapia e sulle polemiche che hanno infiammato il dibattito in questi ultimi giorni dopo che il sindaco a Skytg24 ha fatto luce sul passato non proprio moderato del suo avversario. «Giuliano Pisapia dice che ho avuto amici più estremisti di lui - attacca la Russa -. Può darsi. Poteva capitare in quegli anni ma ho conosciuto anche lui e quindi almeno un estremista l’ho conosciuto. Io ho sempre militato in un partito parlamentare», e questo, ha detto, gli ha consentito di tener lontani centinaia di ragazzi «dall’area extraparlamentare che si sa dove inizia e non dove finisce. Io non ho militato mai in un gruppo extraparlamentare, Pisapia sì». Un passato che Pisapia sembra voler nascondere: «Se Pisapia non vuol parlare del presente e del futuro - ha detto La Russa - e sta nascosto, non si deve lamentare se si parla del suo passato». Storie, come ricorda il coordinatore, che conoscono molto bene entrambi: «Siamo penalisti tutti e due e abbiamo avuto un rapporto sempre molto civile. Su posizioni opposte, come nel processo in cui io rappresentavo la mamma di Ramelli e lui legittimamente difendeva uno degli assassini, ma ci siamo sempre rispettati. Io non capisco perché debba nascondere il proprio passato. Avere l’aria mite non significa avere idee moderate». In merito alle accuse lanciate dallo stesso avvocato contro il premier, il ministro ci tiene a marcare le differenze: «Berlusconi non è mai stato condannato, un po’ meglio di te - apostrofa l’avvocato - che in primo grado, mi pare e non vorrei sbagliare, sei stato condannato.
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