La Russa smonta il Carroccio «Moschea, stop ai furbetti Decideremo tutti insieme»

Solo sei astenuti, Milly Moratti e la sinistra radicale. Pdl e Pd hanno votato compatti l’ordine del giorno che regolamenta i nuovi luoghi di culto in città. Leggi: le moschee, che secondo i paletti alzati col documento bipartisan potranno essere costruite, anche in diversi luoghi, ma solo di piccole dimensioni. No alla grande moschea. Assente giustificato (era in missione in Cina) il leghista Matteo Salvini, ma anche da lì è riuscito a far parlare di sé. «Avrei votato contro - assicura -. La convinzione di tutta la Lega, da Bossi all’ultimo militante, è che a Milano non ci sia spazio né bisogno di una moschea. Ne riparliamo tra 10 anni». Non si fa attendere il richiamo all’ordine del «colonnello» del Pdl Ignazio La Russa. Il ministro, a Palazzo Marino per un incontro tra ex An, avverte: «L’ordine di scuderia è chiaro: sui grandi temi si va insieme non ci sono figli e figliastri, ma neanche furbi e furbetti». Salvini «è un bravo politico, ma sui grandi temi occorre inquadramento, non si può essere sganciati dalla maggioranza ma assumersi oneri e onori». Oltretutto, «sulle moschee la linea è di sinergia col ministro dell’Interno e quindi anche della Lega». La scorsa settimana in prefettura Maroni ha aperto un tavolo Milano, per arrivare ad un regolamento per i nuovi luoghi di culto da usare come base per un decreto legge. «La Lega decida - attacca il vicesindaco Riccardo De Corato -: o sta con il ministro Maroni o raccoglie firme contro di lui». Riferimento, oltre che al caso moschea, alla petizione di Salvini per evitare che nel piano di ridimensionamento dei campi rom, via Idro diventi quello a rotazione. «Lo rivedremo comunque perché è un’area altamente urbanizzata - anticipa - forse si farà in via Novara o a sud. Ma i fondi arrivano da Maroni».
In aula, soddisfatti per l’odg entrambi gli schieramenti (primi firmatari Brandirali e Mardegan del Pdl). Tra i punti: chiede al ministro all’Interno di creare una Consulta delle comunità islamiche in prefettura, di approvare in tempi rapidi un disegno di legge per la nascita dei luoghi di culto. Non spetterà al Comune costruire e mettere a disposizioni aree, ma verificare che siano rispettate ad esempio la distanza di 300 metri tra l’uno e l’altro e la capienza massima di 500 persone. Responsabile della comunità e ministri di culto non dovranno avere procedimenti penali a carico. Soddisfatto, in platea, il presidente del Coreis e imam di via Meda, Shaykh’Abd al-Wahid Pallavicini.

Per la prima volta, afferma il capogruppo del Pd Pierfrancesco Majorino, «l’aula ha sancito il diritto di culto per gli islamici a Milano, uno schiaffone alla Lega». «Mai più viale Jenner - afferma il vicecapogruppo del Pdl Carlo Fidanza -. Con questi paletti poniamo un freno al proliferare di piccole moschee nei garage dei nostri condomini».

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