Roma - «La leadership di Silvio Berlusconi non è mai stata messa in discussione». Il centrodestra riparte con questa certezza. A dirlo è il capogruppo di Alleanza nazionale alla Camera, Ignazio La Russa.
Durante i due anni all’opposizione i contrasti nella coalizione non sono stati pochi.
«Berlusconi è sempre stato il nostro candidato premier in caso di elezioni ravvicinate. Ed è normale e giusto che lo sia ancora visto che non sono mutate le condizioni rispetto a due anni fa».
Tutti i dissidi sono alle spalle?
«No, ovviamente non è tutto superato. Però voglio sottolineare che le divisioni nella Casa delle libertà non hanno mai riguardato i contenuti sostanziali. C’è stato soltanto un punto di rottura vero, segnato dall’approvazione dell’indulto che Alleanza nazionale e Lega non hanno votato mentre l’Udc e Forza Italia sì. Ma io credo se ne siano pentiti il giorno dopo. E tutto quello che è accaduto dopo ha dimostrato che avevamo ragione noi. Comunque nel resto, nella sostanza della politica, non ci sono fratture importanti, abbiamo una linea comune».
Non sulla legge elettorale.
«Appunto: ci siamo divisi su questioni che per fortuna non sono urgenti nell’agenda politica di questo momento. Come la legge elettorale appunto o alcuni aspetti di una eventuale riforma costituzionale. E ancora non sulla attuale leadership ma sul modo con il quale in futuro dovrà essere individuata una nuova leadership. Ma in politica interna e sulla politica estera siamo in grado di andare avanti compatti. Ora è necessario mettere subito a punto un programma comune con punti fortemente innovativi».
Quale quello cui tiene di più An?
«La certezza della pena. Da qui si ricomincia per garantire una vera libertà al Paese. Certezza della pena e rispetto delle regole».
Il partito unitario è accantonato: per il momento o definitivamente?
«Se ne parlerà dopo le elezioni. Si deve partire con un percorso unitario di tipo federativo.
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