Russia e Giappone, nuovo scontro sulle isole Curili

Hokkaido. Il premier Yasuo Fukuda(nella foto) ci aveva sperato. Dopo i dialoghi dei mesi scorsi, il G8 di Hokkaido della settimana prossima poteva essere una buona occasione per affrontare il dossier delle Curili, un arcipelago di isolette vicine al Giappone che l’Armata rossa ha occupato alla fine della Seconda guerra mondiale. Ma la Russia ha opposto un fermo diniego: la sovranità di Mosca sulle isole Curili, comprese quelle più meridionali è «indiscutibile». Tokyo aveva escluso di voler porre sul tavolo l’annosa questione, ma diverse voci in Giappone avevano chiesto di utilizzare il vertice bilaterale tra il presidente russo Medvedev e il primo ministro nipponico Fukuda per fare qualche passo avanti nella vicenda. Il luogo scelto dalla presidenza giapponese di turno del G8, da questo punto di vista, è simbolico: nell’imminenza della fine della Seconda guerra mondiale l’Unione sovietica vi buttò qualcosa di più di un occhio, anzi accarezzò l’ipotesi di occupare una parte dell’Hokkaido. E, ancora oggi, la frontiera del nord per Tokyo rappresenta una ferita all’unità nazionale, la principale delle questioni territoriali irrisolte, il motivo per cui - quanto meno da un punto di vista formale - la guerra del Pacifico non è ancora conclusa.

Il problema non è più, ovviamente, l’Hokkaido ma le Curili meridionali, che dalla fine della guerra il Giappone rivendica come parte integrante del proprio territorio e l’Unione sovietica, prima, e la Russia poi, non hanno alcuna intenzione di restituire.

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