Russia, è incubo veleno per un altro anti-Putin

Nel sangue di Alexander Lebedev mercurio 14 volte sopra alla norma: se la sostanza arriverà al cervello potrebbe distruggere la memoria

Russia, è incubo veleno 
per un altro anti-Putin

«Mi sto curando per avvelenamento da mercurio». Alexander Lebedev, l’oligarca russo inviso al Cremlino, lo dice senza allarmismo, quasi per inciso all’interno di un’ampia intervista-ritratto che ieri gli dedicava il britannico Daily Telegraph. Lo dice quasi fosse un raffreddore, ma l’immagine che viene subito in mente è quella di un altro Alexander, Litvinenko, l’ex agente del Kgb morto avvelenato nel 2006 a Londra. Un omicidio ancora avvolto dal mistero.

Nel sanguedell’oligarca, anche lui con un passato nei servizi segreti della Russia sovietica, i medici hanno trovato una quantità di mercurio 14 volte superiore alla soglia limite. Il suo endocrinologo belga lo ha già messo in guardia: si tratta di un livello sufficiente a far sì che la sostanza tossica entri nel sistema nervoso, poi nel cervello, fino a distruggere la memoria. «Se domani mattina mi svegliassi e a un tratto potessi non ricordare chi è Putin - scherza l’oligarca, tra gli uomini più ricchi del suo Paese - sarebbe una bella cosa».

Presidente della National Reserve Bank aMosca, Lebedev è tra i più strenui oppositori, almeno a parole, del premier russo Vladimir Putin. Per contrastare lo strapotere di «Russia Unita » - il partito dell’ex leader del Cremlino - l’anno scorso ha fondato, insieme al socio Mikhail Gorbaciov, il «Partito democratico indipendente». Al grido di «meno capitalismo di Stato», la formazione sostiene la riforma del sistema giudiziario, l’elezione - e non la nomina dall'alto - dei governatori delle regioni e lo sviluppo di media indipendenti. Proprio insieme all’ex presidente russo, il miliardario è co-proprietario della Novaya Gazeta, il giornale famoso per le sue inchieste scottanti e dove lavorava Anna Politkovskaya, la reporter uccisa sotto casa a Mosca nell’ottobre 2006. L’iniziativa di spingere di nuovo nell’arena politica «Gorby» era stata vista come il tentativo di Lebedev di cercare il sostegno dell’Occidente - che ha da sempre un debole per il padre della glasnost - nel timore che il suo business potesse venire danneggiato dall' aggressivo corso economico del Cremlino, intenzionato a riportare sotto le ali dello Stato le più floride industrie private.

Ad aprile scorso, l’oligarca progettava di correre per la carica di sindaco di Soci nelle elezioni municipali che hanno poi visto la vittoria schiacciante del candidato di «Russia Unita » Anatolij Pakhomov. Non glielo hanno permesso, la sua registrazione è stata annullata dal tribunale centrale del distretto di Soci.

Nonostante i contrasti coi palazzi del potere, però, la figura di Lebedev rimane dai contorni poco netti. Molti sostengono che non sia facile lasciarsi alle spalle la formazione da spia del Kgb e lo accusano di essere solo il «nemico» di facciata costruito da Putin per dare al mondo la parvenza che in Russia esista dibattito e confronto politico. Quando gli chiedi se pensa che ci sia il Cremlino dietro il suo avvelenamento oggi, scuote la testa. «Non penso venga da un nemico o un rivale politico, ma da qualcuno vicino a me - spiega -. È una vecchia storia: soldi... è semplice». Il ricco attivista sostiene che la più grande minaccia alla sua vita viene dalla mafia dei casinò. Fu Lebedev nel 2007 a promuovere una legge che vietasse il gioco d’azzardo a Mosca. La norma è entrata in vigore dal 1˚ luglio scorso, quando ai casinò e alle sale gioco sparse per il Paese è stata imposta la chiusura. Roulette, black jack e slot-machine ora sono legali solo in alcune zone stabilite,ma situate in luoghi sperduti. Migliaia di locali tentano di riciclarsi come ristoranti, night club o sale da ballo; altri trasferiscono il business oltre confine, magari in Bielorussia; di fatto la legge ha inferto un duro colpo al giro di affari che gravita intorno al gioco d’azzardo, una vera e propria malattia per i russi.

«In passato mi sono già successe altre cose - racconta Lebedev -, ad esempio hanno

sparato colpi di pistola contro la mia auto». E poi conclude: «Ci sono rischi maggiori, come volare in aereo o fare immersioni in mare. Siamo seri: i miei rischi non sono maggiori di quelli che corre David Cameron ».

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