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La Russia prepara il viaggio «tutto compreso»: giro intorno alla Luna per 100 milioni di dollari

Il primo è stato Dennis Tito, miliardario californiano figlio di immigrati italiani: nell’aprile del 2001 riuscì - sborsando 20 milioni di dollari - a visitare la Stazione spaziale internazionale, conquistandosi così il titolo di primo «turista spaziale». La sua gita, ora, rischia di diventare ampiamente «superata»: Energhia, l’impresa russa costruttrice della navicella Soyuz, ha infatti lanciato un «pacchetto» che comprende, oltre a una settimana sulla Iss, anche un tour di sette giorni intorno alla Luna.
Guardare da vicino l’unico satellite del nostro pianeta e osservarlo mentre ruota intorno alla Terra non è cosa da poco; e anche il prezzo del viaggio è decisamente spaziale: cento milioni di dollari - circa 83 milioni di euro -, pasti compresi. La partenza è prevista dalla base di Baikonur, in Kazakhstan, da dove la «Soyuz Tma» verrà portata fuori dall’atmosfera da un vettore Proton; a quel punto l’ipotetico turista si recherà sulla Iss, per trascorrervi una prima settimana. Poi risalirà sulla navicella russa per essere «lanciato» verso la Luna, per trascorre altri sette giorni intorno alla sua orbita; e da lì tornerà alla normalità terrestre.
Il presidente di Energhia, Nikolai Sevastianov, ha già presentato la proposta ad Anatoli Perminov, il capo dell’agenzia spaziale russa Roskosmos, con la ferma convinzione che il progetto possa andare a buon fine. In particolare si potrebbe attrezzare la Soyuz con un sistema di accelerazione per rimbalzare sulla Luna senza il rischio di «sbagliare la mira». Non a caso il comandante della singolare crociera sarebbe Yuri Sharghin, il cosmonauta che quest’anno ha già trascorso un periodo di una settimana sulla Iss. Ma Nikolai Moiseyev, vicedirettore di Roskosmos, non si è sbilanciato: «Stiamo esaminando rischi e problemi di sicurezza» del programma, ora sotto la lente d’ingrandimento degli esperti russi. Tanto che il viaggio non sarà possibile prima di un paio d’anni. L’agenzia non vuole far correre rischi ai clienti, ma è anche vero che non è nuova a simili esperienze: fu proprio la Roskosmos a portare nello spazio Dennis Tito, replicando con il sudafricano Mark Shuttleworth nel 2002; in autunno dovrebbe essere il turno di un altro zio Paperone appassionato di cosmo e astronavi, lo statunitense Gregory Olsen.

Insomma gli scienziati russi si danno sempre più al settore del turismo, con tanto di centri d’addestramento (come la «Città delle stelle» alle porte di Mosca) aperti ai viaggiatori: d’altronde, visti i finanziamenti poco abbondanti, in qualche modo anche la Roskosmos dovrà pur fare cassa.

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