Nel giorno dellallarme-bomba sale la tensione fra lEnte nazionale Aviazione civile e Ryanair. Al centro della contesa la questione dei documenti dimbarco. La compagnia irlandese protesta per le regole che, sui voli nazionali, consentono ai passeggeri di essere imbarcati anche con un semplice badge aziendale, o addirittura con una licenza da pesca.
La Ryanair ha annunciato lintenzione di cancellare le sue rotte nazionali in Italia poiché «la sicurezza di questi voli è stata minacciata dallinsistenza di Enac che i passeggeri vengano accettati senza identificazioni sicure e in alcuni casi venga loro permesso di viaggiare con niente di più sicuro di una licenza di pesca». Lo ha detto ieri il manager Stephen Mc Namara.
Molti hanno preso le difese della compagnia: «Lascia perplessi - ha detto per esempio Dario Balotta, esperto di Trasporti ed ex segretario della Fit Cisl Lombardia - la borbonica ostinazione a consentire limbarco a passeggeri che esibiscono il tesserino di pesca quale documento di riconoscimento. Anche la legge italiana deve permettere limbarco solo con carta didentità o passaporto superando in questo modo la recente sentenza del Tar del Lazio».
Per Balotta «non bisogna mai abbassare la guardia su un sistema complesso e fragile come quello aeroportuale. Vanno fatti tutti gli sforzi per tenere alti gli standard di sicurezza. Seguire le procedure non deve essere un optional e vanno applicate le regole in vigore in Europa. I gestori aeroportuali infine, non devono considerare la sicurezza come unarea di profitto e reinvestire tutte le ingenti risorse incassate a questo titolo».
LEnac intanto ha convocato per il 7 gennaio alle 11 il Comitato interministeriale sicurezza del trasporto aereo e degli aeroporti (Cisa) e, alle 12, la compagnia Ryanair.
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