Sono quelli di Woods, Cink, Zach Johnson e Fowler i nomi estratti dal cilindro del capitano americano Corey Pavin. Alla fine, saranno loro ad affiancare gli altri otto giocatori (Mickelson, Stricker, Mahan, Overton, Kuchar, D.Johnson, Watson e Furyk) già qualificatisi di diritto per il team di Ryder.
Nessuna sorpresa, dunque: Tiger è in squadra, nonostante tutto. Nonostante la bancarotta reputazionale e un golf fin qui opaco. Ma lasciare a casa il numero uno del mondo, obiettivamente, sarebbe stato troppo, anche per uno come Pavin, che pure avrebbe gli attributi per farlo. E poi Woods ha dimostrato di volerla dannatamente, questa convocazione: si è sedimentato in campo pratica (con Sean Foley), ha lavorato sul suo swing ed è migliorato. Come ha recentemente dichiarato Els, «è sulla strada buona per tornare quello che era». Dategli una buona motivazione (e vincere la Ryder lo è) e sarà protagonista.
Piuttosto, a sentire i primi commenti, inaspettata sarebbe stata la wild card concessa al ventunenne Rickie Fowler. Niente di più sbagliato: il «kid» gioca un golf senza limiti. Come un'American Express Platinum. E ha la grinta di un mastino. Insomma: potrebbe diventare l'X Factor di questa Ryder.
Tra i quattro «picks», quello più sfocato appare invece quello concesso a Cink: l'americano infatti ha avuto una stagione seppiata. In bianco e nero. Anzi, più nera che bianca.
Zach Johnson, inoltre, raramente sbaglia e quasi mai il suo putt si avvale della facoltà di non rispondere.
Occhio, infine, al quindicesimo bastone nella sacca di questi quattro: la mancanza di paura.IC
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