Ryuichi Sakamato e il concerto tutto da vedere

Ha scelto la città che per lui «rappresenta ancora il centro dell’Impero europeo», Roma, per portare per la prima volta fuori dal Giappone Life Fii-fluid invisible inaudible, opera scritta nel ’99 e poi trasformata in installazione insieme con il video-artista Shiro Takatani.
Ryuichi Sakamoto, pluripremiato musicista e compositore, pioniere delle contaminazioni tra musica tradizionale d’Oriente e avanguardie elettroniche e premio Oscar per il tema del film L’ultimo imperatore, arriva a Roma con un’opera che, ne è sicuro, «rappresenterà qualcosa di assolutamente nuovo per il pubblico» che potrà ammirarla, anzi viverla, negli spazi della Pelanda, in occasione della mostra Digital Life, da oggi al 2 maggio nell’area del Mattatoio di Testaccio.
La mostra, che raccoglie le opere di un gruppo straordinario di artisti, è all’insegna della capacità di mettere lo spettatore al centro di un percorso visivo che si trasforma in esperienza emotiva e sensoriale. Nel caso di Life Fii-fluid invisibile inaudibile, Sakamoto e Takatani hanno pensato a uno spazio buio sovrastato da nove vasche di vetro piene di acqua e nebbie artificiali, appese a due metri e 40 cm da terra. Filmati d’archivio, sequenze di film, effetti di luce si combinano con le composizioni stereofoniche di Sakamoto, una per ciascun cubo, dando vita a combinazioni sempre diverse tra loro, grazie a un sofisticato sistema di sincronizzazione.
Se alcuni degli artisti che partecipano alla mostra hanno scelto di utilizzare la tecnologia per partecipare al progetto a distanza, Sakamoto ha invece seguito personalmente l’allestimento di Life lavorando per una settimana all’interno della Pelanda perché, racconta il musicista, «è vero che l’installazione era già pronta, ma è anche vero che questo luogo favoloso ha avuto un forte impatto su di me. È questo spazio, insieme con le opere che accoglie, la cosa più bella della mostra. Il nostro sogno è, naturalmente, quello di poter mostrare a tutti la nostra opera, ma volevamo iniziare questo percorso dall’Europa, luogo simbolo per la cultura e l’arte. A maggior ragione siamo particolarmente orgogliosi di mostrare Life qui a Roma, città che per me rappresenta ancora il centro dell'Impero europeo».

E per deformazione professionale, in questa settimana Sakamoto non ha potuto evitare di ascoltare la voce di Roma, di registrarne mentalmente il suono. «Roma è una città in cui regna la confusione e che parla un linguaggio chiassoso, una sorta di canzone cantata a voce alta: ma tutto questo non è che il simbolo stesso della sua vitalità».

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