«Sì alle tessere, così ci apriamo alla gente»

D’accordo a cambiare nome: Pdl è terribile

«Sì alle tessere, così ci apriamo alla gente»

MilanoPresidente Roberto Formigoni, il direttore del «Giornale» Alessandro Sallusti ha scritto che il tesseramento è un cancro che minaccia il Pdl.
«Tesseramento e congressi sono una straordinaria occasione».
Di far tornare il Pdl alla Prima Repubblica?
«Allora ci sono stati congressi importanti che hanno definito la linea dei partiti ed entusiasmato la gente, altri in cui è venuto fuori il peggio».
Il rischio oggi è proprio questo.
«Perché invece di tesseramento, non lo chiamiamo campagna straordinaria di adesione al Pdl?».
Sempre tessere sono.
«No, se le interpretiamo come una grande occasione per tornare tra gli italiani a spiegare i nostri valori, a dire che vale la pena di ricominciare a far politica, di non cedere alle sirene dell’antipolitica».
Mica facile non cedere all’antipolitica.
«In momenti di crisi è un dovere per tutti dare una mano al Paese».
I valori del Pdl quali sono?
«La persona, la comunità, la famiglia, il valore del lavoro, una società dove è il merito a farti andare avanti e non raccomandazioni e inganni».
E c’è bisogno di dividersi in correnti? Il Pdl era nato come un partito nuovo.
«Lo diceva San Paolo ai cristiani: la vostra gara sia una competizione, ma nella virtù. Confrontiamoci anche noi, ma nella virtù».
E se fosse solo un esercizio muscolare tra capibastone?
«A vincere non saranno diciamo così i “capi”, ma gli iscritti. I congressi sono un’occasione di apertura».
A parole vincono sempre tutti.
«Il principio che ogni testa avrà un voto a disposizione, dimostra che vogliamo far contare il semplice militante quanto un “capo”».
Di solito chi perde fonda un nuovo partito.
«E invece tutte le idee, anche quelle di chi non vince, devono rimanere patrimonio comune».
Il ministro Mariastella Gelmini la invita far da paciere.
«Lavoriamo tutti insieme per garantire una competizione leale».
È leale che qualcuno abbia ritirato 2mila moduli o che partano e-mail con la richiesta di carte d’identità per procedere al tesseramento? Sono metodi vecchi.
«Se questo è successo, non è il modo giusto. Si faccia luce. Ma anche ad andare in auto si rischia. Guidiamo prudenti e stronchiamo gli abusi».
I congressi si faranno?
«Lo ha detto Angelino Alfano».
Il centrodestra domina la scena politica perché ha un leader carismatico come Silvio Berlusconi che la sinistra non ha. Così non si rischia di indebolirlo?
«Un grande leader senza popolo è come un inutile gigante preistorico, così come un popolo senza leader non trova la strada. Hanno l’uno bisogno dell’altro».
Berlusconi ha voglia di cambiare il partito. A partire dal nome.
«Sono d’accordo, Pdl è terribile. Fa venire il latte alle ginocchia. Ma non è solo questione di nomi».
Formigoni vuol dare la spallata?
«No. Ci sono due piani paralleli: il governo deve continuare a governare perché gli elettori l’hanno votato e ha la maggioranza in parlamento».
E l’altro piano?
«Dobbiamo costruire un nuovo soggetto politico. Il grande ressemblement dei moderati».
Parla a Casini? Lui dice che dovete prima mollare Berlusconi.
«Parlo a tutti. Creiamo qualcosa di nuovo insieme, perché quando si voterà il centrodestra deve vincere».
Con o senza Berlusconi premier?
«Sarà Berlusconi a dirlo.

Quando ci si siede a un tavolo, non ci possono essere precondizioni».
E Formigoni è pronto a recitate un ruolo nazionale.
«Sono disponibile, ma non ne faccio una malattia. Io voglio che vinca la squadra, chi sarà il capocannoniere lo vedremo».

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