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«Sì, gli arbitri sbagliano ma non più in malafede»

Pancalli difende i fischietti e si ritira dalla corsa alla Federcalcio (via libera ad Abete). Sfida con Montezemolo per Euro 2012

Fermi tutti, arbitri compresi: il 2 aprile si vota nel calcio. Si vota per eleggere il nuovo presidente federale, il successore di Franco Carraro spazzato via da calciopoli. Con un esito scontato: Giancarlo Abete, capodelegazione al mondiale di Germania, staffettista con Carraro alla precedente tornata, ce la farà al terzo tentativo. A rendere superfluo il ricorso alle urne, l’incontro e l’accordo tra il candidato unico e l’attuale commissario Luca Pancalli, tentato dall’idea di candidarsi. «L’eventualità non esiste»: con questa dichiarazione solenne l’attuale commissario esce di scena senza abbandonare il settore («mi piacerebbe continuare a essere impegnato») che vuol dire disponibilità piena ad assumere la guida del comitato organizzatore di euro 2012. Poltrona molto ambita se è vero che l’avvocato Pancalli dovrà fare i conti con una voce insistente secondo cui Luca Cordero di Montezemolo, già presidente del Col di Italia ’90, attualmente a capo di Confindustria (mandato in scadenza nel 2010), Fiat e Ferrari, sarebbe pronto a occuparsi del progetto vantando l’esperienza passata.
I giochi sono fatti. Solo la Lega di Milano (e venerdì c’è l’assemblea che ne deve discutere) deve scegliere la sua rappresentanza in seno al consiglio federale (Adriano Galliani il più gettonato in rappresentanza della serie A): al resto han provveduto le intese tra Abete e Campana (Demetrio Albertini sarà uno dei vice-presidenti). L’esito del raduno elettorale del 2 aprile è atteso soprattutto dagli arbitri che si sentono in qualche modo abbandonati al loro destino, in queste settimane di campagna elettorale sottovoce. Gli errori, gravi e clamorosi, commessi negli ultimi due turni di campionato, hanno scorticato i nervi di Gussoni e Collina (designatore e il suo vice) e provocato una difesa d’ufficio da parte di Pancalli. Il commissario straordinario è stato il più franco ma anche il più brutale. «È vero, gli arbitri stanno sbagliando ma in buona fede. In passato invece gli errori erano imputabili a qualcosa che ha rovinato il calcio italiano» la frase vale come un riferimento esplicito a calciopoli, compresi Moggi, Bergamo, Pairetto, Lanese e De Santis. Il punto è che altri esponenti della categoria, coinvolti a vario titolo nello scandalo, sono ancora in circolazione. Anzi stanno arbitrando: Trefoloni un nome su tutti.
Il caso più spinoso resta quello di Messina-Palermo. L’uomo di fiducia di Zamparini al Palermo, Rino Foschi, ieri ha rincarato la dose minacciando di adire le vie legali per querelare Ayroldi che l’ha espulso nell’intervallo della partita. «Di solito queste richieste vengono negate» fanno sapere in federcalcio. Non solo.

Ma Gussoni, il presidente dell’Aia, ha chiesto a viva voce protezione dalle istituzioni e bacchettato sia i fischietti (Ayroldi sarà sospeso per 3 turni) che alcune trasmissioni tv («non vedo l’ora che parta l’osservatorio promesso dalla Melandri, si stanno accanendo contro di noi»).

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