Sì dei giudici al secondo mandato per Musharraf

Ricorso respinto: il presidente potrà governare il Pakistan altri cinque anni. La Corte si pronuncerà sulla validità dello stato di emergenza. L'opposizione: boicotteremo le elezioni di gennaio

Sì dei giudici al secondo mandato per Musharraf

Islamabad - Manca solo una formalità burocratica, la certificazione della commissione elettorale, e Musharraf potrà iniziare a governare il Pakistan per altri cinque anni. Il via libera della Corte Suprema sul voto di ottobre ha infatti spianato la strada al generale che proprio ieri aveva annunciato che, in caso di una decisione della corte in suo favore, avrebbe abbandonato entro sabato la guida delle forze armate per assumere in pieno il ruolo di leader civile. I giudici, scelti ad hoc da Musharraf, hanno respinto l’ultimo ricorso, quello del rivale Zahoor Mehdi, a cui la commissione elettorale aveva impedito di candidarsi il mese scorso in quanto i suoi certificati non sarebbero stati validi. Altri cinque ricorsi, lunedì, sono stati respinti dalla Corte suprema. Entro oggi i giudici si pronunceranno anche sui ricorsi contro lo stato di emergenza imposto da Musharraf il 3 novembre, nonostante le pressioni della comunità internazionale, in primis degli Stati Uniti. Ieri Musharraf ha decretato nuovi emendamenti alla Costituzione sfruttando i poteri speciali che gli garantisce lo stato di emergenza. Uno di questi emendamenti stabilisce che le sue decisioni non possono essere modificate da alcun tribunale e devono essere considerate «sempre legittime».

Rilasciato Khan Sempre ieri il governo ha liberato altri attivisti politici, tra cui due strenui oppositori di Musharraf, oltre ai 3.400 detenuti che dichiara di aver rilasciato dal giorno della proclamazione dello stato d’emergenza. Il ministro di Giustizia Afzal Hayder ha dichiarato ieri alla televisione di Stato che 5.634 delle persone arrestate sono già state liberate e che gli altri 623 - un terzo avvocati, gli altri studenti e attivisti politici - lo saranno molto presto: l’ordine alle autorità locali è già partito. Tra le persone rilasciate c’è anche l’ex campione di cricket e ora grande oppositore di Musharraf, Imran Khan, liberato oggi dopo sette giorni di prigione, uno sciopero della fame che non intende sospendere e l’annuncio che boicotterà le elezioni per porre termine al potere del generale. «Quella di Musharraf è una messa in scena per ingannare gli Stati Uniti e l’Occidente, tenuti in pugno dalla paura che senza di lui la bomba nucleare finirà nelle mani degli estremisti», ha detto Khan ai giornalisti. È stato rimesso in libertà anche Javed Hashmi, presidente del partito dell’ex premier Nawaz Sharif, il principale avversario di Musharraf.

L'opposizione: boicottare le elezioni di gennaio In un’intervista telefonica con l’Associated Press Hashmi ha invitato i partiti dell’opposizione a boicottare le elezioni legislative dell’8 gennaio per minare la credibilità del generale.

Il governo ha dichiarato anche di aver liberato l’ex giudice della Corte suprema Iftikhar Mohammed Chaudhry, la sua famiglia e altri cinque giudici membri della corte suprema epurata da Musharraf quando decise di sospendere la Costituzione. Ma questi giudici non sono mai stati visti e i loro sostenitori affermano che si trovano ancora agli arresti.

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