Non vi sono intenzioni, nè sogni. Eppure quella di Marco Alparone, candidato alle regionali per Fdi, è una campagna elettorale. Forse perché lui, già sottosegretario in Regione e con due anni di presidenza alla commissione Bilancio, dà l'idea di conoscerlo a fondo, il Pirellone. E prima di dilungarsi in promesse, fa notare quello che già c'è. I progetti pronti e le criticità da sbrogliare, come matasse in cui si sia già individuato il filo che le dipana. Dal suo osservatorio al Bilancio svela: «Regione Lombardia con la sua capacità di gestione del bilancio ha mantenuto invariata negli ultimi 5 anni la pressione fiscale. L'indebitamento regionale conferma una tendenza al ribasso. Non solo. Siamo riusciti ad anticipare il Pnrr con il piano Lombardia con cui entro il 2027 saranno realizzati interventi per oltre 6 miliardi. Lo abbiamo fatto in piena pandemia mentre le altre amministrazioni ancora discutevano come programmare il Next Generation».
Cosa fa un sottosegretario in Regione?
«Il presidente mi ha chiamato in giunta chiedendomi di occuparmi di programmazione europea: ho capito quanto è importante l'Europa per la Lombardia e quanto lo è la Lombardia per l'Europa. La nostra regione è all'avanguardia nella progettazione europea».
Le criticità?
«Si è constatato che in economia, come in agricoltura, è meglio la filiera corta. E in Sanità è fondamentale la prossimità. In tutti i settori vicino è meglio».
Applicato nella Sanità?
«La Sanità lombarda è sempre stata un modello per la visione della centralità del paziente e la possibilità di scegliere fra pubblico e privato convenzionato. Questo bene va valorizzato: siamo fra i primi istituti in Europa e nel mondo, ogni anno 200mila italiani vengono in Lombardia a curarsi. Nell'ultimo miglio dobbiamo migliorare, imparando dagli errori: l'ospedale di territorio non si fa distruggendo l'ospedale ma migliorando la prossimità».
E vi sono investimenti?
«Su 26 miliardi a bilancio, 21 sono destinati alla Sanità, con particolare attenzione alla prossimità, non solo attraverso case e ospedali di comunità, anche per la digitalizzazione e per la medicina di famiglia. Ad oggi la specializzazione di base ha attratto pochi medici, ma dopo tutto quello che abbiamo vissuto si è capito di dover cambiare direzione, direi che è un dovere. Il medico di famiglia degli anni Venti avrà strumenti, competenze e incentivi. La vera sfida mondiale è sul capitale umano. Quindi: eccellenze e vicinanza vanno a braccetto».
Cos'è la filiera corta per le imprese?
«È molto più sostenibile tornare a produrre in loco, se non in regione, in Italia.
Abbiamo costruito bandi regionali co-finanziati dalla comunità europea per: competitività, internazionalizzazione, ricerca e innovazione, digitalizzazione. Tutti strumenti a favore delle nostre imprese e dei nostri lavoratori per i quali abbiamo programmato fino a 4mila euro per la formazione di ogni dipendente».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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