da Milano
Dopo quattro anni di colloqui e trattative, alla fine laccordo «open skies», cieli aperti tra Europa e Stati Uniti, è stato approvato allunanimità. Favorevole anche Londra, la sola fino allultimo contraria: non per le ragioni infrastrutturali esibite ufficialmente, ma nellintento di difendere le condizioni di privilegio di cui fin qui ha beneficiato British Airways. Anche lItalia, con il ministro Bianchi, si è allineata alla volontà comune nonostante lAlitalia venga ulteriormente indebolita nel nuovo scenario competitivo; non risulta nemmeno che il nostro Paese sia riuscito a negoziare qualche contropartita. Bianchi ha solo ricordato che lItalia deve metter mano alla riforma del trasporto aereo, nella quale confluiranno i contenuti di questo accordo.
Lunica concessione ottenuta da Londra, che fino allultimo ha trattato direttamente con gli Stati Uniti (gli ultimi colloqui sono stati personali tra Blair e Bush), è stato il rinvio di una stagione Iata: anziché nellottobre 2007, la nuova regolamentazione entrerà in vigore nel marzo del 2008, alla fine dei lavori di ampliamento dellaeroporto di Heatrow. L'accordo sarà firmato al vertice Usa-Ue di Washington il prossimo 30 aprile ed entrerà in vigore il 30 marzo 2008. Grazie alla libertà per le compagnie europee e statunitensi di servire qualunque destinazione allinterno delle due aree, le tariffe dei voli transatlantici dovrebbero scendere, i passeggeri, secondo le stime, aumenteranno del 50% in cinque anni, si dovrebbero sviluppare 80mila nuovi posti di lavoro, con risparmi per 12 miliardi di euro.
La seconda fase, nelle intenzioni dell'Ue, dovrebbe servire a «riequilibrare» i rapporti tra Usa e Ue, che restano comunque sbilanciati a favore degli americani. In particolare, gli europei contestano il fatto che le compagnie Usa possano entrare nel capitale di quelle europee assumendone il controllo, mentre quelle Ue possano soltanto acquisire quote ma senza diritto di voto nei cda, o rapporti di franchising.
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