Sabbia nel cemento Evacuato l’ospedale costruito nel 2005

AgrigentoPiù sabbia che cemento per realizzare l’ospedale «San Giovanni di Dio» di Agrigento. Sono questi i primi risultati del carotaggio effettuato dagli esperti dallo scorso mese di marzo ad oggi. La struttura è stata realizzata con cemento depotenziato.
La Guardia di finanza, ieri mattina, su ordine della Procura, che ha iscritto ventidue persone nel registro degli indagati, ha posto i sigilli alla struttura sanitaria ed entro trenta giorni al massimo dovrà essere completata l’evacuazione degli ammalati. Dopo un’attesa protrattasi per oltre vent’anni, il nosocomio chiuderà i battenti dopo appena cinque anni dalla sua apertura. Le gravi carenze strutturali sono emerse malgrado l’enorme spesa economica per la realizzazione: oltre 40 milioni di euro. L’approvazione del progetto base avvenne nel 1983 ad opera della Cassa del Mezzogiorno. Il primo lotto di lavori, per le degenze nord, fu ultimato nel 1995. Quindi fu dato il via libera al secondo lotto, per le degenze ovest: il progetto fu approvato nel 1988, mentre i lavori furono ultimati nel 1999. Un anno prima era stato approvato un altro progetto per nuovi ampliamenti del nosocomio e per completare l’opera. Ma la struttura mostrava già i segni di un imbarazzante degrado il giorno stesso dell’inaugurazione, quando si verificò un black out causato da un’invasione di topi che avevano rosicchiato i fili elettrici. Così, ad appena quattro anni dal taglio del nastro, i vertici dell’azienda ospedaliera firmarono una delibera relativa al progetto esecutivo per il rifacimento della pavimentazione e degli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria da eseguire nelle Unità operative del nosocomio. Il tutto per un importo di due milioni e 630mila euro, interamente finanziato dalla Regione, che andò ad aggiungersi agli oltre 40 milioni di euro già spesi per realizzare l’ospedale. Uno spreco di denaro pubblico che purtroppo, da queste parti, è una prassi consolidata. In attesa che la giustizia faccia il suo corso, Agrigento, con i suoi 60mila abitanti, rimarrà quindi senza ospedale.


L’unica ipotesi perseguibile, al momento, sembra quella del recupero del vecchio San Giovanni di Dio, ubicato in centro città, dove sono stati allocati gli uffici della Sovrintendenza ai Beni Culturali. Il sindaco Zambuto, a giorni, avrà un colloquio con l’assessore regionale alla Sanità per cercare di arginare l’emergenza che ancora una volta si abbatte sui cittadini.

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