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"Sacrifici inutili se non muta la strategia Ue"

Berlusconi: "Abbiamo assicurato un leale sostegno al governo ma siamo pronti a ogni evenienza"

"Sacrifici inutili se non muta la strategia Ue"

Roma - Un affondo contro il direttorio franco-tedesco e le indebite influenze delle agenzie di rating. Un invito a praticare una maggiore concertazione, indirizzato a Mario Monti. Un monito contro possibili, ulteriori inasprimenti della pressione fiscale. Un appello a tutti i simpatizzanti del Pdl a spendersi per smentire il grande bluff dello spread «ad personam». E una promessa: «Resterò in campo per vincere le prossime elezioni».
Silvio Berlusconi, nel giorno della conferenza stampa di fine anno del premier, affida le sue reazioni a una lettera indirizzata ai Promotori della libertà. Una missiva dai toni diretti, non priva di qualche affilata stoccata a destinatario multiplo. Ma anche contenente un ringraziamento al presidente del Consiglio per la citazione riservatagli poche ore prima. «Monti citando le mie parole ha riconosciuto che il fattore psicologico è decisivo per uscire dalla crisi e che un moderato ottimismo anche da parte dei mezzi d’informazione è indispensabile. Lo ringrazio perché non ho mai visto un pessimista fare qualcosa di buono nella vita». Esaurito lo scambio di cortesie, il presidente del Pdl va dritto al punto. L’Italia «deve essere un Paese libero e forte, orgoglioso della propria identità e della propria autonomia di governo, mai succube delle agenzie di rating e della burocrazia europea. E tanto meno succube di quei capi di governo che, per calcolo elettorale, hanno preteso di sostituirsi all’Europa unita e di imporre ad altri Paesi dell’eurozona egoismi nazionali spacciati per giuste soluzioni comuni, soluzioni che si stanno rivelando sbagliate nel metodo e nel merito». Una critica ovviamente indirizzata verso Angela Merkel e Nicolas Sarkozy.
Le conseguenze della miopia dimostrata dall’asse franco-tedesco sono facilmente leggibili. «La realtà è sotto gli occhi di tutti: nonostante la manovra, lo spread è tornato a livelli molto elevati. E gli italiani sono fortemente preoccupati per il carico di sacrifici che rischiano di diventare inutili se l’Unione europea non cambia strategia, puntando non solo sul rigore ma anche sulla crescita e soprattutto se la Banca europea non diventa garante della moneta unica». In questo quadro di debolezza dell’architettura europea, l’Italia deve trovare il modo di far ripartire l’economia. «Monti ha fatto bene a escludere ulteriori manovre di bilancio perché nuove tasse sarebbero inconcepibili e determinerebbero ulteriori effetti recessivi sulla nostra economia, effetti ancora più pesanti di quelli già previsti da Bankitalia» spiega l’ex premier. «Ora occorre puntare risolutamente sulle misure per la crescita e lo sviluppo, a partire dalla riforma del mercato del lavoro - con la nuova legislazione per rendere possibili le ristrutturazioni aziendali - delle liberalizzazioni e delle privatizzazioni».
Sull’atteggiamento verso l’esecutivo, Berlusconi si attesta sulla linea dell’attendismo, senza firmare alcuna cambiale in bianco. «Noi abbiamo assicurato il nostro leale sostegno al governo dei professori, ma dobbiamo essere pronti a ogni evenienza e dobbiamo comportarci come se la campagna elettorale fosse già in corso». L’azione di governo potrà essere «più efficace» se «d’ora in poi, come io spero, i provvedimenti di governo prima di essere varati saranno concordati anche con noi che siamo forza di maggioranza relativa in Parlamento». Sul fronte più politico, Berlusconi descrive il Pdl come un partito «coeso», «dalle porte aperte per chi è nel Ppe» che «non teme la concorrenza di nessuno», il «punto politico di attrazione di tutti i cittadini che non si riconoscono nella sinistra. Lo sa bene l’Udc che condivide la nostra visione della società e della persona. Lo sa la Lega, che è sempre stata un alleato solido e leale».
La richiesta che indirizza ai militanti è chiara: «Vi chiedo di impegnarvi per cancellare una volta per tutte la calunnia, la menzogna, di chi aveva indicato il nostro governo come unica causa dello spread elevato e della crisi». Infine una doppia promessa. La prima riguarda «una nuova legge elettorale con le preferenze ma senza abbandonare il bipolarismo e l’indicazione della coalizione e del premier», a cui si dovrebbero aggiungere «il superamento del bicameralismo perfetto e la riduzione del numero dei parlamentari».

Senza dimenticare l’auspicio di una «nuova classe dirigente» per il Pdl, «guidata da Angelino Alfano». «Io, però, non la lascerò sola. Resterò in campo per vincere le elezioni e perché il governo sia ancora affidato a una forza di democrazia e di libertà».

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