Sakamoto per l’Aperitivo: divertimento elettronico

Col poliedrico tastierista e compositore sarà sul palco del Manzoni anche Noto

Sakamoto per l’Aperitivo: divertimento elettronico

Franco Fayenz

Aperitivo in Concerto propone il primo dei tre spettacoli serali della sua stagione. L’appuntamento è per domani 24 ottobre alle 21, come sempre al Teatro Manzoni. I protagonisti sono personaggi di grande spessore: il poliedrico tastierista e compositore giapponese Ryuichi Sakamoto e l’operatore figurativo e scrittore Alva Noto, nato in Germania con il nome di Carsten Nicolai, entrambi americani di adozione quanto meno per le loro rispettive attività artistiche.
Sakamoto si è già esibito per Aperitivo in concerto, però in un contesto del tutto diverso, assolutamente brasiliano.
Erano con lui il violoncellista Jaques Morelenbaum, la cantante Paula Morelenbaum, il chitarrista Luiz Brasil e il percussionista Marcelo Costa, per rileggere il repertorio compositivo di Antonio Carlos Jobim in una chiave molto speciale. Per tentare, cioè, di eseguire le canzoni di Jobim «come se fossero lieder di Robert Schumann o brani di Claude Debussy - dichiarò Sakamoto -. La mia educazione musicale accademica, a contatto con la cantabilità di Jobim, può conseguire un giusto anello di congiunzione» e, aggiungiamo, essere una prova ulteriore della capacità di Sakamoto di esprimersi a 360 gradi.
Chi sia stato presente a quel concerto e abbia assistito all’entusiasmo incontenibile che suscitò, ebbe la prova dell’eccellente riuscita del tentativo.
Ma veniamo a Sakamoto con Noto, il cui sodalizio produce musica e immagini. I due si servono di un pianoforte da concerto (Sakamoto) e di due computer (Noto), uno dei quali analizza immediatamente il suono dello strumento e l’altro lo elabora proiettandolo su uno schermo: l’esito è un’inedita e perfetta traduzione del suono in visione, inedita perchè tecnicamente perfetta.
Sakamoto e Noto si sono incontrati cinque anni fa a Tokyo, maturando presto la convinzione di avere insieme molte cose da dire nel settore ancora poco esplorato - ma verso il quale è avviata la musica del globo - delle sintonie fra consonanze e dissonanze diverse. Hanno già realizzato due album, Vrioon e Insen, tuttavia sono convinti di riuscire meglio dal vivo.
Sakamoto è nato nei pressi di Tokyo il 17 gennaio 1952 (Noto è più giovane di 13 anni) «in un Giappone - è stato giustamente osservato - allora poco disposto ad aprirsi alle tendenze occidentali». Ma il bambino mostra precoci disposizioni alla musica, a tre anni impara già a suonare il pianoforte e durante il liceo fa parte di un’orchestra.
L’inizio della sua carriera si può far decorrere dalla metà degli anni Settanta quando, in possesso di una laurea presso l’Università d’arte di Tokyo e di influenze "senza confini" dei Beatles e di John Cage, fonda la Yellow Magic Orchestra. I critici la definiscono una formazione sperimentale di elettro-pop: pubblica una dozzina di dischi e resta unita fino al 1985 quando il leader, che individua «l’unione fra la musica occidentale e la sensibilità orientale» quale perno della propria carriera, è già noto a livello internazionale per l’eclettismo e la bellezza delle composizioni.


Sono fondamentali le sue collaborazioni con David Sylvian, David Bowie, Youssou N’dour, Iggy Pop e le colonne sonore cinematografiche nelle quali si specializza. In particolare, sono tuttora celebrate le musiche di Sakamoto per tre film di Bernardo Bertolucci: L’ultimo Imperatore (1987) con il quale consegue l’Oscar, Il tè nel deserto (1990) e Il piccolo Budda (1993).

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