Cronaca locale

Sala ora scende in campo per evitare la fuga dei club

Il sindaco: "Farò di tutto per alternative in città". Contro La Maura 17 consiglieri di maggioranza

Sala ora scende in campo per evitare la fuga dei club

«Milan e Inter non vogliono rimanere a San Siro e nessuno può costringerle a ristrutturarlo». É l'«unica grande certezza» nella «lunga e non ancora definita» telenovela sullo stadio che il sindaco Beppe Sala, attraverso il suo podcast quotidiano «Buongiorno Milano», tiene a chiarire prima di tutto alla sua squadra ribelle a Palazzo Marino e poi a cittadini e comitati salva-Meazza. «Per me è doveroso - aggiunge - impegnarmi fino in fondo perchè si trovi una soluzione alternativa nel Comune di Milano. Poi, se per qualsiasi motivo non accadrà, voglio essere tranquillo nel pensare che ho fatto veramente tutto il possibile perchè avvenisse, con buona pace di chi in questo momento commenta talvolta a sproposito ma soprattutto senza proporre una soluzione». Frecciata alla sinistra del no. Ora che l'Inter minaccia di lasciare Milano per Rozzano e il boss del Milan Gerry Cardinale conferma l'intenzione di realizzare uno stadio rossonero sull'area dell'ippodromo La Maura, all'interno del Parco Sud, Sala prova a recuperare il tempo perso da spettatore per giocare, almeno ai supplementari, un ruolo da protagonista. Il rischio è di rimanere col Meazza vuoto e almeno una squadra che porta il «pallone» (e tutto l'indotto annesso) fuori città. Il fronte del no all'ipotesi della Maura intanto è salito ieri a 17 consiglieri su 31: hanno firmato la mozione che «impegna sindaco e giunta» a «non modificare con variante urbanistica» la tipologia d'uso, non consentendone «comunque e preventivamente l'uso per fini edificatori anche di natura pubblica». Tre sono di Europa Verde (Monguzzi, Cucchiara, Gorini), tre civici (Fedrighini, Rabaiotti, Fumagalli), 11 del Pd (Pantaleo, Albiani, Arienta, Costamagna, D'Amico, Giungi, Tosoni, De Marchi, Osculati, Romano, Nahum). Sala riepiloga gli ultimi giorni: le squadre «non hanno formalmente comunicato la rinuncia al progetto condiviso», il nuovo stadio sull'area di San Siro che «per questione di spazi prevederebbe comunque l'abbattimento del vecchio stadio», puntualizza, ma «il Milan, in maniera informale, ci ha comunicato che sta valutando la nuova opzione La Maura, sganciata dall'Inter e su terreno questa volta privato. Ha chiesto tre settimane per studiare un masterplan», il Corriere anticipa che potrebbe firmarlo Stefano Boeri. Ai 350 ambientalisti che due sere fa si sono riuniti in zona Lampugnano con Enrico Fedrighini (Lista Sala) per bloccare la «colata di cemento» il sindaco precisa: «Ad oggi riguarderebbe solo stadio e Casa Milan, non altre costruzioni», tipo alberghi o mall. L'Inter «fa filtrare un'ipotesi fuori Miiano ma non ho avuto nessuna conferma, vorrei fosse chiaro che nessuno li manda via da San Siro. Ma sono finiti i tempi gloriosi dei Berlusconi e dei Moratti che erano più disponibili a sobbarcarsi i gravosi oneri. I club hanno i bilanci in perdita e non sono enti filantropici, dobbiamo giungere a una soluzione che tuteli i loro interessi e quelli della città». Dall'inizio hanno detto «in maniera molto netta» no al restyling del Meazza. E manda un frecciata ai suoi quando sottolinea che «una parte del Consiglio, anche della mia parte politica, il nuovo stadio non l'ha mai veramente voluto. Quindi una volta era il Meazza che non doveva essere abbattuto, poi richieste di continui miglioramenti, dalla distanza dalle case alla capienza». In sintesi, la sinistra ha tirato troppo la corda e ora i club sono in fuga. Ed è già partita la guerra sulla Maura. Per convincere il Milan che lo stadio condiviso è ancora l'opzione più veloce rispetto a ricorsi assicurati sull'area del parco Sud il Comune studia la via per avere dai Beni culturali un parere anticipato sul vincolo che potrebbe scattare sul secondo anello del Meazza nel 2025, quando compirà 70 anni. Una spada di Damocle sulla demolizione. La sovrintendente ha detto che bisogna attendere che maturi il requisito. Per evitare di perdere un investimento da 1,3 miliardi sul quartiere «serve che insieme a governo e sovrintendenza si abbia chiarezza sul vincolo prima del 2025, il Meazza nei prossimi anni non subirà modifiche - fa presente il capogruppo Pd Filippo Barberis -. L'ipotesi dello stadio Milan-Inter resta la via maestra». Il capogruppo di Europa Verde Carlo Monguzzi definisce «sepolta» l'ipotesi La Maura, «improponibile» la demolizione del Meazza, a Sala dice di «uscire dal letargo e fare il suo mestiere di pianificatore pubblico. Usi la sua forza politica per convincere i club a riusare il Meazza o indichi delle aree possibili».

Tempo fa si era parlato dello scalo Farini, anche Porto di Mare sarebbe tecnicamente idonea.

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