Roma - Ultimatum dei sindacati al governo: senza risposte esaurienti e a breve, su possibili interventi di sostegno ai salari, il 15 febbraio andrà in onda uno sciopero generale. È con questo avvertimento, votato a larghissima maggioranza, che si sono chiusi i direttivi unitari convocati da Cgil, Cisl e Uil per dare forza alla piattaforma in favore di una nuova politica dei redditi, presentata al governo nei mesi scorsi, ma sulla quale il confronto langue.
Solo una minaccia, al momento, visto che la considerazione delle difficoltà in cui si dibattono, in queste ore, governo e maggioranza e la volontà di non chiudere la porta al dialogo, dopo che, proprio ieri, l’esecutivo ha fatto sapere di essere pronto ad aprire 5 tavoli di confronto in materia, hanno suggerito a Cgil, Cisl e Uil di accantonare la proclamazione tout court di uno sciopero generale e di optare per una ’ultima chiamatà al governo: la proclamazione cioè di una «giornata di mobilitazione» per il 15 del mese prossimo che potrebbe trasformarsi in protesta generale nel caso dall’esecutivo non arrivassero, a breve, segnali in direzione di un alleggerimento fiscale dei salari di lavoratori dipendenti e di pensionati.
È questo, infatti , che chiedono ancora una volta Cgil, Cisl e Uil: che si proceda in tempi brevi almeno al varo di una serie di detrazioni fiscali per i lavoratori dipendenti e pensionati e a sostegno delle famiglie con figli. Nessuna riforma fiscale al momento, solo un segno tangibile di attenzione dopo i drammatici dati di ieri dell’Istat e il nuovo allarme lanciato da Bankitalia. "Poniamo con serietà, anche di fronte ad una situazione politica difficile, il bisogno di avere risposte sulle condizioni di lavoratori e pensionati. Senza risposte, ci sarà una grande giornata di mobilitazione per metà febbraio", spiega dal palco il leader della Cgil, Guglielmo Epifani che chiede all’esecutivo la stessa coerenza avuta con gli industriali, quando si trattò di varare il taglio di 5 punti del cuneo fiscale.
Ferrero applaude la linea dura della Triplice Il sindacato "fa bene a fare seriamente la lotta sui salari, sia verso i datori di lavoro che verso lo stato".
Il ministro della Solidarietà Sociale, Paolo Ferrero, approva la mobilitazione generale del sindacato: "Soltanto aumentando i salari si può andare verso una maggiore giustizia sociale". Ferrero precisa di non essere imbarazzato per il fatto di essere al governo: "Noi siamo lì per fare il meglio possibile, ma riusciamo a produrre una pressione politica pari al 10 per cento".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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