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Salario minimo? È contro i poveri dice McCloskey

Salario minimo? È contro i poveri dice McCloskey

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Salario minimo? È contro i poveri dice McCloskey

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Ibl libri ha avuto il merito di pubblicare in un corposo libro una lunga serie di interventi di Deirdre McCloskey, l'intellettuale liberale più straordinaria che sia ancora in circolazione. Ogni capitolo fa storia a sé. In questa rubrichetta prendiamo il numero 46, dedicato al Salario minimo. Argomento molto dibattuto in Italia e che per la filosofa libertaria «è stato pensato per danneggiare le donne e i poveri». Solo alla fine del capitolo si citano i dati. Riprendendo uno studio di Tomas Sowell, secondo il quale negli Stati Uniti nel 1948 il salario minimo era stato di fatto reso ininfluente per la grande inflazione che c'era stata. Ebbene, in quel periodo il tasso di disoccupazione dei neri tra i 16 e i 17 anni era sotto il 10 per cento. Poi le istituzioni hanno ripetutamente adeguato i valori monetari del salario minimo all'aumento dei prezzi. Con lo straordinario effetto di aumentare la disoccupazione per la medesima fascia di popolazione al 30 e poi 40 per cento.

Il salario minimo infatti «esclude dal mercato del lavoro i lavoratori a bassa produttività». In molti, scrive giustamente McCloskey, confondono il salario con il reddito minimo. Richiesta quest'ultima fatta da numerosi economisti, compresi alcuni di matrice liberale come Milton Friedman. «E se non vi piace il reddito a disposizione dei poveri, tassatevi per dargli dei soldi, ma non rendetegli impossibile trovare un lavoro perché offrire loro una somma equivalente al valore che effettivamente hanno per un'azienda è diventato illegale». È molto difficile in effetti far comprendere la distinzione che esiste tra un salario da lavoro e un reddito derivante da qualsiasi fonte, comprese quelle non salariali.

C'è poi una ragione più storica che converrebbe ricordare e che forse è alla portata di tutti. «Il salario minimo negli Stati Uniti è parte di una politica progressista pensata per danneggiare i lavoratori a basso salario. Deliberatamente pensata. Si tratta di politiche che, come scopo principale, avevano quello di impedire l'immigrazione di lavoratori non specializzati, per il timore che avrebbero causato una riduzione del salari dei lavoratori americani». Non solo il salario minimo non serve, ma la sua introduzione ha come effetto collaterale di marginalizzare sempre di più le fasce di lavoratori che paradossalmente si vuole aiutare.

Nell'America dell'800 questa è un politica economica desiderata e voluta, oggi è invece l'effetto economico che non si prende in considerazione per ignoranza».

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