Roma

Salatto: «Roma sarà la capitale del Mediterraneo»

DEBUTTO «Da eurodeputato farò in modo che la città possa cogliere le occasioni che arrivano da Strasburgo»

«Voglio tenere un diario dei prossimi cinque anni, annoterò tutto quello che succede. Chissà, alla fine potrei anche scrivere un libro. Sarebbe divertente». Potito Salatto sente tutto l’entusiasmo del debutto al Parlamento europeo.
Onorevole, qual è stato il primo impatto con Strasburgo?
«Devo dire che c’è una burocrazia spaventosa, quasi opprimente, ma dal punto di vista politico è davvero di grande interesse. Le opportunità sono tantissime ed è nostro dovere sfruttarle tutte».
A cosa si riferisce in particolare?
«Al mio ruolo, che poi è quello di tutta la delegazione italiana. Dobbiamo riuscire a intercettare i finanziamenti che l’Ue mette a disposizione e farli conoscere ai privati e all’imprese sparse lungo lo Stivale. Dobbiamo stimolare l’occupazione e posso dire che gli strumenti non mancano. Per quanto mi riguarda, poi, voglio essere innanzitutto una cintura con Roma. È una delle principali capitali europee e può essere la capitale del Mediterraneo».
Un progetto sposato anche da Roberta Angelilli.
«Apprendo con viva soddisfazione che pure la collega Angelilli vuole dedicarsi al tema di Roma capitale del Mediterraneo, da me proposto al sindaco Alemanno in qualità di presidente dell’Assoforum e ripreso nel corso della campagna elettorale come candidato al parlamento. La sua collaborazione sarà preziosissima».
Di quali commissioni farà parte?
«Ho scelto di essere membro delle commissioni Esteri e Affari Costituzionali e della sottocommissione Difesa e Sicurezza. Si occuperanno di temi delicati e insieme cruciali per il futuro del Vecchio Continente. A settembre, invece, vorrei entrare nella delegazione euro-mediterranea che, lo dice il nome stesso, si occuperà dei problemi del bacino del Mediterraneo».
Quale sono, a suo avviso, le priorità nell’agenda dell’Unione Europea?
«Di grande attualità è l’adesione della Turchia. Manca una posizione omogenea a riguardo, ma la delicatezza dell’argomento richiede un approfondimento razionale. In particolare l’eurodeputato italiano non può non raccordarsi con le posizioni maggioritarie del PPE al quale aderisce e alle posizioni del Governo italiano, che oggi risulta essere tendenzialmente favorevole all’ingresso della Turchia. Altrimenti il discorso diventa di natura personale: legittimo, certo, ma non in grado di incidere più di tanto».
Che altro?
«Altro snodo cruciale riguarda il trattato di Lisbona. Mi auguro che a ottobre il referendum in Irlanda abbia esito positivo.

È un documento essenziale per la funzionalità delle istituzioni comunitarie e per creare un raccordo sempre più diretto con i cittadini, in modo da contrastare quei poteri forti, con in prima fila il mondo della finanza e le banche, che fino a oggi l’hanno fatta da padroni».

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