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Addio alla curva dell'Atalanta: ecco perché si è sciolta

Si scioglie improvvisamente il cuore del tifo atalantino della Curva Nord dopo 23 anni di cori e passione: le motivazioni ufficiali ancora non si conoscono, un paio le ipotesi principali

Addio alla curva dell’Atalanta: ecco perché si è sciolta

La Curva Nord Pisani dell'Atalanta, guidata per 23 anni dai propri tifosi ed ultras, non esiste più: il gruppo storico del tifo atalantino ha deciso di sciogliersi. La notizia, clamorosa per l'ambiente bergamasco, è rimbalzata sui social ed è stata confermata.

I perché dell'addio

Dopo quasi un quarto di secolo è calato il sipario su una delle tifoserie più "calde" e turbolente d'Italia. Nata negli anni '70, da oltre un decennio era guidata da uno degli ultrà più conosciuti nell'ambiente del tifo organizzato, Claudio Galimberti detto “Bocia”. In attesa di un comunicato ufficiale si brancola nel campo delle ipotesi: sulla decisione hanno pesato tutti gli sconvolgimenti causati dal Covid con i posti dimezzati all'interno degli stadi e numerosi malumori che questo ha provocato all'interno del gruppo ma le motivazioni più profonde hanno altre radici, come ad esempio l'uscita di scena del proprio leader "azzoppato" da numerosi Daspo ed il trasferimento nelle Marche dove vive e lavora. La mancanza di un leader ha portato ad una situazione difficile tra i diversi gruppi della Curva Nord atalantina.

Gli anni più belli dell'Atalanta

Chi segue ed è appassionato di calcio ama sentire e vedere lo stadio gremito con le curve a fare coreografie e supportare i propri beniamini: quanto accaduto all'Atalanta capita proprio in uno dei momenti di massimo splendore della società. Da tre stagioni, infatti, i tifosi vivono un sogno chiamato Champions League e lottano per lo scudetto insieme a formazioni più blasonate e piene di storia. È un peccato, anche per occhi esterni, che il cuore pulsante del tifo non sia più unito e non abbia, al momento, una propria guida.

Un boccone mai digerito: la tessera del tifoso

Esattamente dieci anni fa, nel 2011, la Curva Nord fece una crociata contro i "biglietti nominali" rendendosi protagonista in negativo: come ricorda Repubblica, fece scalpore l’assalto degli ultrà a colpi di bombe molotov all’esterno della Berghem Fest della Lega ad Alzano Lombardo (era presenti l’allora responsabile del Viminale, Roberto Maroni, che introdusse la tessera del tifoso). Fu una delle pagine più brutte e violente del tifo atalantino con arresti e processi a non finire come quelli dei "caldi" anni '90 con incidenti fuori e dentro gli stadi.

Il tifo cieco, però, a volte ci vede benissimo ed è pieno di solidarietà: oltre a queste pagine da dimenticare, vanno ricordate le iniziative umanitarie come la collaborazione alla realizzazione dell’ospedale Covid in Fiera a Bergamo lo scorso anno, epicentro italiano della pandemia, con gli ultrà al lavoro nella città falcidiata dal virus. Durante il lockdown, i tifosi della Curva Nord si spesero non solo per tirare su l’ospedale (con imbianchini e carpentieri), ma anche per portare la spesa a domicilio agli anziani soli in casa.

Insomma, i tifosi della Dea sono stati anche questo. Adesso la domanda amletica: cosa succederà? Si tratta di una pausa di riflessione o è davvero finito tutto?

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