Luigi CucchiOggi l'Aids fa meno paura, ma è un grave errore abbassare la guardia verso questa insidiosa patologia. L'Acquired immune deficiency sindrome (Aids)) o sindrome da immunodeficienza acquisita, dall'inizio dell'epidemia (nel 1982) a oggi ha registrato in Italia oltre 67mila casi, di cui circa 43mila sono i decessi. Da quando l'Aids è stato scoperto per la prima volta nel 198 (furono individuati casi di polmonite da Pneumocystis carinii e di sarcoma di Kaposi in uomini omosessuali in California e a New York) essa ha assunto proporzioni epidemiche. Negli Usa sono stati notificati oltre 581mila casi e 357mila decessi a tutto il dicembre 1996. Viene stimato che in tutto il mondo si siano avuti 30 milioni di infezioni da Hiv e 10 milioni di casi di Aids. Nel 2014 sono stati diagnosticati in Italia 858 nuovi casi, ma l'incidenza risulta stabile negli ultimi tre anni. È diminuita nel tempo la proporzione di persone che alla diagnosi di Aids presenta un'infezione fungina, mentre è aumentata la quota di pazienti con un'infezione virale o un tumore.La trasmissione del virus avviene nell'84% dei casi durante rapporti sessuali senza preservativo sia tra eterosessuali che tra maschi che fanno sesso con maschi. In Italia sono 3.695 le persone che hanno scoperto di essere Hiv positive, un'incidenza pari a 6,1 nuovi casi di sieropositività ogni 100 mila residenti. È quanto emerge dalla fotografia scattata dal Centro operativo Aids dell'Istituto superiore di sanità. L'incidenza, ossia le persone che hanno scoperto di essere Hiv positive nel 2014, non mostra variazioni rispetto ai tre anni precedenti e colloca il nostro Paese al 12° posto nell'Ue. Le regioni che hanno mostrato un'incidenza più alta sono state il Lazio, la Lombardia e l'Emilia-Romagna.Il virus colpisce prevalentemente gli uomini. Questi rappresentano ben il 79,6% dei casi nel 2014, mentre continua a diminuire l'incidenza delle nuove diagnosi nelle donne. L'età media per i primi è di 39 anni, per le donne di 36 anni. Il 27,1% delle persone diagnosticate come Hiv positive è di nazionalità straniera.Nelle persone malate di Aids le difese immunitarie sono fortemente indebolite a causa del virus Hiv (Human immunodeficiency virus) e non sono più in grado di contrastare l'insorgenza di infezioni e malattie causate da altri virus, batteri o funghi. È questo il motivo per cui l'organismo di una persona contagiata subisce malattie e infezioni che, in condizioni normali, potrebbero essere curate più facilmente. L'infezione non ha una propria specifica manifestazione, ma si rivela esclusivamente attraverso gli effetti che provoca sul sistema immunitario. Una persona contagiata dal virus è definita sieropositiva all'Hiv. In questa fase viene riscontrata la presenza di anticorpi anti-Hiv, ma non sono ancora comparse le infezioni opportunistiche. L'introduzione di terapie antiretrovirali che riducono e bloccano la replicazione virale, ha migliorato la qualità di vita e prolungato la sopravvivenza delle persone sieropositive.L'infezione causata da uno dei due retrovirus imparentati (Hiv-1 e Hiv-2) provocano una grande varietà di manifestazioni cliniche, che vanno dallo stato di portatore asintomatico fino a malattie gravemente debilitanti e mortali collegate allo stato di immunodeficienza. La trasmissione del virus Hiv richiede il contatto con un fluido corporeo contenente cellule o plasma infetti. Le pratiche sessuali con il rischio più alto sono quelle che producono traumi delle mucose prima o durante il rapporto.
La trasmissione del Hiv è sicuramente aumentata dall'ulcera venerea ed è più probabile in presenza di herpes, sifilide, infezioni da trichomonas. Rapporti sessuali occasionali non protetti sono da evitare. Non si deve abbassare la guardia. L'Aids oggi si può curare, ma non è stato vinto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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