Covid, identificata proteina come nuovo bersaglio terapeutico

La ricerca pubblicata su "Nature Communications" apre le porte a nuove speranze nella battaglia contro il coronavirus

Covid, identificata proteina come nuovo bersaglio terapeutico

Non si ferma la lotta al Covid. Un gruppo di ricercatori del King's College di Londra, in collaborazione con i colleghi del Guy's and St Thomas' NHS Foundation Trust e del King's British Heart Foundation Centre, ha identificato una nuova interazione tra la proteina spike SARS-CoV-2 e la proteina legante, la galectina-3 (LGALS3BP) che potrebbe essere un nuovo bersaglio terapeutico antivirale.

Lo studio, pubblicato su "Nature Communications" e finanziato dal NIHR Guy's and St Thomas' Biomedical Research Center, ha inoltre scoperto che la presenza di RNA virale rilevabile nel sangue dei pazienti affetti da coronavirus è un forte predittore di mortalità.

Per l'indagine gli scienziati hanno analizzato quasi 500 campioni di sangue di persone ricoverate negli ospedali Guy's, St Thomas e King's College. In seguito, sono stati confrontati i campioni di plasma e di siero tra individui in terapia intensiva con Covid, soggetti Covid non ricoverati in terapia intensiva e pazienti non Covid in terapia intensiva. Quasi un quarto dei partecipanti in rianimazione con coronavirus aveva RNAemia rilevabile (sindrome respiratoria acuta grave) entro i primi 6 giorni dall'ingresso in reparto. La presenza di RNAemia, un forte predittore di mortalità a 28 giorni, è stata individuata nel 56% dei deceduti, ma solo nel 13% dei sopravvissuti.

I ricercatori hanno, altresì, identificato LGALS3BP come proteina legante la proteina spike SARS-CoV-2. L'aumento dei livelli di LGALS3BP è stato in grado di offrire protezione alle cellule dagli effetti dannosi della stessa proteina spike. Il professor Manu Shankar Hari ha dichiarato: «Segnaliamo che la presenza di RNA virale rilevabile nel plasma o nel siero dei pazienti Covid è associata a un aumento del rischio di malattia grave. Si segnala anche una nuova interazione con potenziale effetto antivirale tra la proteina spike SARS-CoV-2 e una proteina nota come legante la galectina-3».

«I risultati nel nostro studio - conclude Manu Shankar Hari - hanno due implicazioni principali.

In primo luogo è necessario identificare sempre la presenza di RNA virale nel sangue dei pazienti affetti da coronavirus. In secondo luogo, il potenziale bersaglio farmacologico antivirale individuato è una priorità evidenziata anche nel lancio del governo britannico di una task force anti COVID-19».

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