Salute

Covid, scoperta una proteina "chiave" negli spermatozoi

La proteina Ace2, il recettore che permette al Covid di legarsi ed entrare nella cellula ospite, è stato riscontrato anche negli spermatozoi: ecco la scoperta italiana

Covid, scoperta una proteina "chiave" negli spermatozoi

Nuovi passi avanti per provare a fermare la pandemia da Covid-19: una ricerca tutta italiana a cura di un team dell'Università di Teramo e dell'Università dell'Aquila ha identificato per la prima volta la presenza della proteina Ace2 negli spermatozoi umani, in pratica la stessa che utilizza Sars-CoV-2 per infettare le cellule umane. Questo recettore che si trova sulle cellule di vari tessuti e organi, prima di tutto nel sistema respiratorio: è una proteina conosciuta da anni e coinvolta in importantissime funzioni biologiche che regolano la vasocostrizione delle arterie e protegge il polmone dai danni causati da infezioni, infiammazioni e stress.

Cosa dice lo studio

Il nuovo studio, pubblicato su International Journal of Molecular Science, descrive la presenza della proteina negli spermatozoi di 40 volontari sani, di età compresa tra 24 e 36 anni, che non sono mai stati affetti da Covid-19. Si tratta di un risultato "estremamente importante - ha scritto in una nota l'Ateneo di Teramo - perché lo studio ha permesso di identificare due forme della proteina, quella classica e una isoforma a più basso peso molecolare". Quest'ultima forma è stata scoperta soltanto di recente e viene espressa negli epiteli respiratori nasali e bronchiali umani: la sua espressione aumenta in base al trattamento con l'interferone oppure dopo un'infezione da rinovirus ma non accade dopo essere stati a contatto con Sars-CoV-2.

Questo studio, quindi, se da un lato ha permesso di porre all'attenzione degli scienziati una nuova "macchina molecolare" che è coinvolta nei processi che portano gli spermatozoi maschili ad acquisire la loro capacità di fecondare, "dall'altra dischiude nuovi orizzonti nella comprensione delle interazioni tra Sars-CoV-2 e fertilità", sottolineano i ricercatori.

Cosa succede alla fertilità

Se questo studio dimostrerebbe il legame tra Ace2 e gli spermatozoi e di come il virus possa utilizzare questa strada per infettare le cellule, all'inizio del 2021 i ricercatori del Genk Institute for Fertility Technology hanno dimostrato un calo della fertilità nei mesi immediatamente successivi alla guarigione per gli uomini risultati positivi al Covid.

La ricerca è stata pubblicata su Fertility and Sterility ed è stato dimostrato hanno visto che le infezioni da Sars-CoV-2 possono avere un impatto negativo sulla qualità dello sperma e influenzare la fertilità dopo il recupero. Come scrive SkyTg24, lo studio ha coinvolto 120 uomini con un’età media di 35 anni, che hanno superato una forma sintomatica di Covid. ricercatori hanno visto che nei partecipanti c'è stata una riduzione del 37% del numero di spermatozoi subito dopo l'infezione.

È importante rassicure tutti, perchè il livello normale è stato ripristinato dopo tre mesi.

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