Salute

Diabete e dolce vita Basta un po' di stevia

di Luigi Cucchi

E finalmente anche i diabetici possono saziare la loro voglia di dolce. La «pozione magica» si chiama stevia, è un dolcificante del tutto naturale, privo di calorie e con indice glicemico nullo. È l'estratto di una pianta, la stevia rebaudiana, diffusa in particolare in Sud America e Asia, che si presenta come una sorta di zucchero a velo. «La stevia - conferma Manuela Pastore, dietista all'ospedale Humanitas di Rozzano (Milano) può essere introdotta nell'alimentazione del paziente diabetico perché, diversamente dal saccarosio, la sua assunzione non determina la comparsa di picchi glicemici pur avendo un potere edulcorante 300 volte superiore al comune zucchero. Può essere utilizzata per dolcificare bevande ma anche per fare torte in quanto non viene alterata dal calore. Viene inoltre utilizzata per dolcificare molti preparati farmacologici o integratori al posto del saccarosio. La dieta nel suo complesso deve essere equilibrata per i diabetici come per i non diabetici, utilizzare un dolcificante può rendere più piacevole una bevanda ma non basta se l'alimentazione non è adeguata in calorie e nutrienti».

La stevia, sconosciuta fino a pochissimo tempo fa, si è guadagnata l'attenzione della comunità scientifica ed è stata oggetto di diverse ricerche. Secondo uno studio del 2004 apparso sulla rivista Metabolism e condotto su modelli sperimentali, un composto della stevia sarebbe addirittura in grado di stimolare la produzione di insulina e potrebbe essere coinvolto nel trattamento del diabete di tipo 2.

LA FOTOGRAFIA

Insomma, il nuovo dolcificante potrebbe aprire nuovi scenari e aiuterebbe a limitare gli effetti di una malattia ancora diffusissima per cui ogni anno a 15mila italiani viene ancora amputato un piede a rischio di cancrena. Tante sono le vittime di una delle complicanze del diabete, che si sta diffondendo in tutti i Paesi occidentali con tassi esponenziali. In Italia oltre 27mila persone muoiono di diabete. Questa patologia colpisce tre milioni di persone, quasi due milioni coloro che ne soffrono senza saperlo. Sono 2,65 milioni gli italiani che soffrono di alterata intolleranza al glucosio (pre-diabete). Il tipo 2 rappresenta il 90% di tutti i casi di diabete in Italia, riduce l'aspettativa di vita di cinque-dieci anni. Si stima che nel 2030 quasi 5 milioni di italiani adulti ne soffriranno. Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, il diabete sarà entro il 2030 la quarta causa di morte in Europa. In tutto il mondo i ricercatori dei più grandi centri farmacologici hanno intensificato la sperimentazione di terapie sempre più efficaci, mentre i diabetologi puntano alla prevenzione ed al controllo della patologia, attuate con fermezza possono ridurre quasi tutte le complicanze. Un tempo il diabete era una condanna a morte. Oggi i pazienti colpiti possono essere curati efficacemente, convivono con la malattia, ritardano o riducono l'evoluzione ed evitano le temibili complicanze. Si intensificano gli sforzi per agevolare la lotta al diabete e migliorare l'appropriatezza terapeutica, cioè l'adesione alle cure. Oltre 18mila specialisti si recheranno, a metà settembre, a Lisbona per l'annuale incontro della European association for the study of diabetes (Easd), giunto alla 53esima edizione. È il più importante incontro scientifico internazionale sul diabete e le malattie ad esso associate. Si discuterà su nuove strategie per migliorare il controllo del tasso di glucosio nel sangue e ritardare o evitare l'ingresso nel lungo tunnel delle alterazioni del metabolismo che possono portare alla cecità a causa di progressive gravi retinopatie, a dolori crescenti alle gambe per le neuropatie, ad alterazioni cardiovascolari. I danni del diabete sono devastanti ed incidono sulla qualità della vita.

QUESTIONE DI STILE

I diabetologi sono allarmati: scarsa la prevenzione e il controllo della malattia. La misurazione del livello di glucosio è una operazione semplice, si può fare a casa propria o in farmacia, con l'esame di una goccia di sangue. Un piccolo fastidio che consente di evitare che si cronicizzi e diventi altamente invalidante. La sedentarietà e l'errata alimentazione sono all'origine di questa patologia, nella maggior parte dei casi (diabete di tipo 2, quello degli anziani), mentre quello di tipo 1 colpisce i giovani, a volte dalla nascita). Sono i nostri comportamenti, il nostro stile di vita che ci conducono ad essere vittime della società del benessere. Si manifesta quando l'organismo non riesce a produrre l'insulina sufficiente per poter regolare i livelli di glucosio nel sangue (si parla in questo caso di deficit di insulina), oppure quando l'insulina prodotta non agisce nel corpo in modo corretto (insulino-resistenza). In entrambi i casi la conseguenza è l'iperglicemia, cioè l'aumento della concentrazione di glucosio nel sangue. Nel diabete di tipo 1 l'assunzione di insulina è vitale. Tra le cause del diabete ci possono essere fattori ereditari non ancora ben definiti. L'alterazione di valori come la pressione, il colesterolo e i trigliceridi, rappresentano un fattore di rischio che rende predisposti a sviluppare il diabete di tipo 2. Si può scoprire di essere diabetici (tipo 2) solo casualmente, durante un controllo di routine. I sintomi più frequenti sono: necessità di urinare spesso, anche durante la notte, sete continua, forte sensazione di stanchezza, vista offuscata, perdita di peso improvvisa. La regola più importante nella terapia del diabete di tipo 2 è seguire una corretta alimentazione e praticare attività fisica. Quando non si riesce a ridurre l'eccesso di glucosio, il diabetologo associa anche una terapia con l'assunzione di farmaci ipoglicemizzanti orali, capaci di abbassare i livelli glicemici nel sangue e aumentare la quantità di insulina prodotta in modo spontaneo o la sua efficacia sull'organismo. Se anche i farmaci non raggiungono i livelli ottimali, si passa alla alle iniezioni.

LA PREVENZIONE

Il controllo della glicemia va effettuato regolarmente dal paziente con diabete, anche più volte al giorno con uno strumento come il glucometro, per accertarsi di avere sempre i valori nella norma e poter vivere con serenità una patologia che, se ben gestita, consente di compiere anche imprese sportive, dal trekking allo sci fuori pista. Sono in fase di sviluppo 180 nuovi principi attivi nell'area diabetologica: 128 con effetti sul diabete e 52 per le complicanze. L'insulina inalata è un'opportunità che permette di evitare l'insulina per via iniettiva, ma necessita, secondo alcuni specialisti, di ulteriori sperimentazioni. La terapia del diabete di tipo 2 sta per entrare in una nuova fase, grazie a recenti scoperte.

Sta cambiando la terapia classica, quella con l'impiego dei sulfamidici e, più recentemente dei glitazoni e dei glinidi, per l'arrivo di farmaci che rendono la convivenza con il diabete più gestibile.

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