Salute

Quando e perché fa male la schiena

Meno comune della lombalgia e della cervicalgia, questo disturbo tende a cronicizzare

Quando e perché fa male la schiena

Meno frequente della lombalgia e della cervicalgia, la dorsalgia è una forma di mal di schiena localizzata a livello dorsale. Nella maggior parte dei casi l'algia si manifesta nella parte alta della schiena, ovvero tra le scapole, anche se può irradiarsi al collo o al torace. Questo dolore, che si accentua in determinate posizioni, tende a diminuire con la mobilizzazione o con il riposo e può avere una durata transitoria e risolversi in maniera spontanea. Talvolta si accompagna a sintomi secondari, quali mal di testa, affaticamento muscolare, intorpidimento, formicolii, rigidità del collo. Esistono due tipi di dorsalgia, acuta e cronica. Nella prima l'algia è solitamente associata a particolari attività e dura meno di trenta giorni. Nella seconda, invece, la sensazione dolorosa si protrae per tre-sei mesi.

Molto spesso il disturbo è l'esito di piccole alterazioni a carico di muscoli, legamenti, articolazioni e dischi intervertebrali. Più raramente dipende da patologie a carico di organi interni, come cuore, polmoni e stomaco. Cause della dorsalgia acuta sono: posture scorrette, soprattutto se mantenute a lungo, lesioni discali, malattie infiammatorie e metaboliche, contratture muscolari da forti stati d'ansia. Ancora traumi, movimenti bruschi e improvvisi, sforzi eccessivi rispetto a quelli che le strutture della colonna dorsale possono sopportare. Se associata a manifestazioni cutanee dolorose, essa può dipendere da un'infezione da herpes zoster, il cosiddetto fuoco di Sant'Antonio. Da non sottovalutare, poi, il sovrappeso e la perdita di tono dei muscoli addominali, dorsali e lombari.

La dorsalgia cronica, invece, è provocata da: posture scorrette prolungate nel tempo, ad esempio per motivi professionali, osteoporosi, artrosi della colonna dorsale, scoliosi, cifosi. Negli adolescenti il dolore può essere espressione del morbo di Scheuermann o osteocondrosi dorsale. Anche se meno frequentemente, il disturbo potrebbe essere la spia di condizioni extra-rachidee gravi tra cui: meningite, infarto del miocardio, angina pectoris, dissezione dell'arteria carotidea o vertebrale. Ancora gastrite, pleurite, pneumotorace. Segni clinici quali febbre, nausea, convulsioni, vertigini e dispnea, infine, non devono mai essere sottovalutati. In questo caso, infatti, le problematiche dorsali sono conseguenza di tumori, infezioni sistemiche o deficit neurologici persistenti.

Uno dei sintomi tipici della dorsalgia è senza dubbio il dolore sordo e continuo al centro delle spalle che, talvolta, si irradia al collo o al torace. Quasi sempre il fastidio è di breve durata (da qualche giorno ad alcune settimane) e si risolve spontaneamente o con una terapia di modesta entità. Se cronicizza, la problematica tende a manifestarsi o si accentua in determinate posizioni. Si traggono benefici dal riposo o dalla mobilizzazione. La dorsalgia può essere accompagnata da altre manifestazioni, ad esempio: affaticamento e debolezza muscolare, mal di testa, algia del collo o delle spalle, perdita di forza e alterazione della sensibilità del braccio.

Ancora sensazione di bruciore o di pizzicore, rigidità articolare, intorpidimento, formicolii, parestesie, difficoltà nei movimenti.

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