Salute

Cosa significa essere affetti da favismo: rischi e sintomi

Il favismo è una patologia genetica causata da una carenza di un enzima che provoca gravi crisi emolitiche e anemia. Chi soffre di questa malattia non può mangiare specifici alimenti come le fave o assumere determinati medicinali

Favismo, che cos’è e come e come diagnosticarlo

Il favismo è una malattia genetica causata dalla mancanza di glucosio 6 fosfato deidrogenasi nel sangue.

Quest’ultimo è un enzima che serve a metabolizzare efficacemente il glucosio. Quando è carente provoca la distruzione dei globuli rossi; di conseguenza ciò comporta delle gravi anemie e delle crisi emolitiche molto rischiose.

L’ingestione di ortaggi come fave e piselli può scatenare questa reazione nell’organismo. Anche alcuni farmaci possono diventare delle cause scatenanti di questa patologia. Il favismo colpisce maggiormente il sesso maschile mentre, solitamente, le donne risultano solo delle portatrici sane. È una patologia molto diffusa nelle zone del bacino del Mediterraneo, in Africa e Asia Meridionale. In Italia si riscontra soprattutto nelle regioni del Sud.

Come riconoscere il favismo

globuli rossi

Questa patologia fa la sua comparsa già durante l’infanzia durante lo svezzamento e in seguito all’ingestione di fave fresche. Il consumo di fave infatti espone i G6PD-carenti al rischio di crisi emolitiche. Questo avviene per la presenza all’interno dei semi di questo ortaggio di sostanze ossidanti. Le più comuni e pericolose sono la divicina e la convicina.

Trascorso un lasso di tempo che varia dalle dodici alle quarantotto ore dall’ingestione di questo ortaggio primaverile compaiono i primi segni della patologia. I principali sintomi sono colorito pallido, leggera febbre accompagnata da debolezza generale, ittero, urine scure, fatica a respirare e, nei casi più gravi, collasso cardiocircolatorio.

È possibile diagnosticare il favismo tramite uno specifico esame del sangue. Grazie ad esso è possibile rilevare la presenza dell’enzima glucosio-6-fosfato-deidrogenasi nei globuli rossi. Questo esame è utile anche per capire se si è portatori sani soprattutto se in famiglia ci sono soggetti che soffrono di questa patologia. Il portatore sano presenta dei valori di G6PD leggermente bassi rispetto alla normalità; al contrario chi soffre di favismo presenta valori bassissimi o nei casi più gravi anche nulli.

Come curare e prevenire il favismo

favismo

Quando si ha una crisi emolitica dovuta al favismo l’unico rimedio è la trasfusione di sangue. Quindi il soggetto in seguito alla comparsa dei primi sintomi va portato urgentemente in ospedale. Spesso sono necessarie più di una trasfusione perché il processo di anemizzazione che segue una crisi di questo tipo risulta molto veloce.

Chi è affetto da questa patologia può condurre tranquillamente una vita normale. L’importante è evitare di mangiare determinati alimenti. Inoltre non bisogna assumere farmaci che possono essere la causa scatenante una crisi emolitica acuta. Secondo l’Associazione Italiana Favismo non esiste una vera e propria cura per questa patologia. Si ribadisce che chi presenta un deficit dell’enzima G6PD deve solo prestare molta attenzione alla propria alimentazione. In particolare, non può ingerire oltre alle fave i piselli, la verbena, le arachidi, i lupini.

I farmaci sconsigliati invece sono invece i sulfamidici, i salicilici, la chinidina, il menadione. Nei casi più gravi non si possono nemmeno mangiare la soia e i suoi derivati, i mirtilli o bere vino rosso.

Sono questi dei cibi che tendono a rendere fragili i globuli rossi che già sono carenti di questo enzima fondamentale per la loro sopravvivenza.

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