Salute

L'orologio biologico non è una prerogativa solo femminile

Anche gli uomini hanno il loro orologio biologico. La soglia d’età per generare figli sani è fissata a quarantacinque anni per gli uomini. Lo conferma un recente studio americano di andrologia

L'orologio biologico non è una prerogativa solo femminile

L’orologio biologico non è una caratteristica solo femminile. Lo conferma una ricerca americana condotta dal Women’s Health Institute della Rutgers Robert Wood Johnson Medical School.

Esso dimostra che dopo i 45 anni lo sperma maschile può dare gravi conseguenze. Esse riguardano sia la salute della madre che quella del nascituro. Lo studio in questione suggerisce agli uomini di congelare il proprio sperma prima di arrivare a un’età avanzata dal punto di vista genitoriale. Il limite è fissato all’età di 45 anni e va rispettato.

Lo studio americano di andrologia ha dimostrato che dopo i quarantacinque anni di età, lo sperma maschile risulta meno fertile e mette a duro rischio le partner. Esse possono riscontrare complicazioni durante la gravidanza e nel momento della nascita, come il diabete gestazionale e la preeclampsia oltre alle nascite pretermine. Anche i nascituri non sono esentati da conseguenze rischiose come problemi cardiaci, casi di epilessia ed autismo.

A provocare danni di questo tipo è la scarsa qualità dello sperma in età avanzata. Dopo i quarantacinque anni esso può essere degradato. Al momento del concepimento lo sperma di bassa qualità può generare mutazioni genetiche nel DNA e far esplodere tutta una serie di disturbi. Nonostante un papà anziano non sia garanzia di salute, gli uomini continuano a mettere al mondo i figli senza lasciarsi limitare dal proprio orologio biologico. Molti concepiscono anche dopo i sessant’anni.

Le donne invece sono più scrupolose e tendono di più a rispettare l’orologio biologico fissato all’età di trentacinque anni. A disposizione delle donne in gravidanza in età avanzata il sistema sanitario prevede esami prenatali diagnostici. Essi sono previsti per le patologie correlate all’età materna avanzata come nel caso della trisomia 21.

Insieme all’amniocentasi e alla villocentesi sono gli esami diagnostici più utilizzati nella pratica quotidiana per individuare efficacemente altre patologie legate al numero di cromosomi.

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