La Leishmaniosi è endemica anche nell'Italia del Nord

Prevenire è la migliore difesa. È una malattia che si trasmette con le punture dei pappataci. Quali rischi

Riccardo Cervelli

La cultura e la prevenzione sono due armi che ci aiutano a difendere noi e i nostri cari da molte malattie. Questo discorso vale anche per la Leishmaniosi, una patologia che colpisce soprattutto gli animali, ma che in alcuni casi - fortunatamente rari - può essere trasmessa alle persone. Diffusa in passato soprattutto nelle zone tropicali, negli ultimi decenni ha aumentato la propria diffusione in molti nuovi microclimi e microhabitat caldi e umidi, che si stanno espandendo probabilmente a causa del cosiddetto cambiamento climatico.

La diffusione della conoscenza della Leishmaniosi sta aumentando anche grazie alla crescente presenza dei cani nelle famiglie. Questo compagno peloso è a rischio di contrarre tale infezione, che consegue all'introduzione nell'organismo della vittima di un protozoo - il Leishmania infantum -: un parassita che prolifera nell'intestino delle femmine del pappatacio, o flebotomo, che lo rilasciano nel momento di una puntura.

Tra le aziende che offrono prodotti per la prevenzione della Leishmaniosi e che si sono impegnate a promuovere la conoscenza di questo problema, c'è MSD Animal Health. E nelle informazioni che la società sta divulgando, spiccano i dati rilevati dal Centro di Referenza Nazionale per la Leishmaniosi, dai quali emerge che la malattia sta diventando endemica anche in Nord Italia e nella Fascia prealpina.

Gli esperti di MSD Animal Health hanno anche messo a punto un elenco di falsi miti sulla Leishmaniosi che qui sintetizziamo. Il primo è che la malattia, nella sua declinazione canina, non sia grave e guarisce da sola. Se ben curata, la Leishmaniosi si può tenere sotto controllo, ma è una patologia da cui il cane non può guarire. Purtroppo, in alcuni casi può svilupparsi in modo aggressivo, colpendo in particolare i reni e/o la vista dell'animale e, talvolta, può essere letale.

Il secondo falso mito è che, qualora il cane sia già stato infettato, non ha più bisogno di misure di protezione contro i pappataci. Se vogliamo proteggere altri amici a quattro zampe, dobbiamo sempre tenere lontani i flebotomi dal nostro beniamino, perché è proprio pungendo cani infetti che il pappatacio trasmette l'infezione.

Mito sia vero sia falso è che un cane colpito da Leishmaniosi può essere pericoloso per le persone. In quanto zoonosi, la Leishmaniosi può essere trasmessa anche agli esseri umani, ma è sempre necessario il pappatacio come vettore, e comunque i casi di persone infettate in Italia sono molto rari, e si tratta soprattutto di soggetti a rischio come bambini piccoli, immunodepressi o che vivono in situazioni di scarso igiene. Di qui il quarto falso mito: quello che vi sia un'emergenza epidemia da Leishmaniosi nella popolazione umana.

Quinto e ultimo falso mito è che per prevenire le punture di pappatacio sia sufficiente un qualsiasi prodotto antiparassitario. I flebotomi non si comportano come le zecche o le pulci. Il protozoo Leishmania infantum si trasmette al cane immediatamente durante una puntura di pappatacio portatore.

Occorrono quindi protezioni specifiche. Da non dimenticare, infine, misure di prevenzione aggiuntive come, per esempio, zanzariere a maglie molto fitte e la scelta di orari di passeggiata con il cane che tengano conto della natura crepuscolare del flebotomo.

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