L'esperto Cnr: "Rischio infezioni resta basso. Ecco cosa fare"

Il direttore Maga ha chiarito che il virus può avere particolari complicanze su soggetti più a rischio, come per esempio le persone sopra i 65 anni e ha aggiunto: "Nel 10-15% può svilupparsi una polmonite, il cui decorso è, però, benigno in assoluta maggioranza"

L'esperto Cnr: "Rischio infezioni resta basso. Ecco cosa fare"

Mentre in Italia si assiste alla comparsa di un focolaio di infezione da Sars-CoV2, causa della sindrome respiratoria denominata Covid-19, che tutti chiamano più comunemente Coronavirus, Giovanni Maga, direttore Cnr-Igm, Istituto di genetica molecolare del Consiglio nazionale delle ricerche, chiarisce la situazione nel Paese, dove al momento si contano 27 casi in Lombardia, concentrati in un'area limitata del Lodigiano, e tre casi in Veneto: "Per evitare eccessivo allarmismo è bene ricordare, innanzitutto, che su una popolazione di 60 milioni di abitanti il numero attuale di pazienti rendono comunque il rischio di infezione molto basso".

"La situazione come nelle scorse settimane"

Maga, parlando dei casi in Italia, ha poi aggiunto: "Solo nelle zone attualmente interessate dalla circolazione, il rischio è superiore e i cittadini devono seguire le indicazioni delle autorità sanitarie. Al di fuori di queste, la situazione rimane come nelle scorse settimane". Nelle ultime ore, si sarebbero verificati i primi decessi (una persona anziana già ricoverata per altre patologie e che, purtroppo, non ha superato la crisi, e una donna in Lombardia, di cui si attendono gli esiti del tampone).

L'evoluzione del virus

"Due sono i problemi che il sistema di sorveglianza, in queste ore, sta affrontando con estrema rapidità ed efficienza: identificare la fonte dell'infezione e limitare la diffusione del virus. L'infezione, dai dati epidemiologici oggi disponibili su decine di migliaia di casi, causa sintomi lievi/moderati, una specie di influenza, nell'80-90% dei casi", continua l'esperto. Che aggiunge: "Nel 10-15% può svilupparsi una polmonite, il cui decorso è, però, benigno in assoluta maggioranza. Si calcola che solo il 4% dei pazienti richieda ricovero in terapia intensiva".

Le complicanze

Il direttore Maga ha spiegato poi quali siano le circostanze che possono provocare situazioni più critiche: "Il rischio di gravi complicanze aumenta con l'età e le persone sopra i 65 anni e o con patologie preesistenti o immunodepresse sono ovviamente più a rischio, così come lo sarebbero per l'influenza. Il primo paziente deceduto rientrava quindi in una categoria a particolare rischio".

Cosa fare?

L'esperto ha poi chiarito tutte le azioni utili in questi casi e ha specificato che "il cittadino che ritenga di avere avuto contatti con persone attualmente poste sotto sorveglianza o che provenissero dalla Cina, soprattutto se manifesta sintomi influenzali, dovrebbe segnalarlo al 112 o al 1500 per essere preso in carico dagli operatori specializzati". E sulle precauzioni aggiunge: "Non serve correre al pronto soccorso, né chiudersi in casa. Ricordiamo che, al momento, parliamo di un gruppo (cluster) di pochi casi localizzati e i cui contatti sono tracciati attivamente".

"Il cittadino può condurre vita normale"

Maga ha poi sottolineato come Inghilterra, Germania e Francia abbiano avuto episodi simili senza conseguenze: "Non c'è un'epidemia di SARS-CoV2 in Italia. Il quadro potrebbe cambiare ovviamente nei prossimi giorni, ma il nostro sistema sanitario è in stato di massima allerta e capace di gestire efficacemente anche l'eventuale comparsa di altri piccoli focolai come quello attuale".

L'esperto ha poi ribadito e raccomandato: "Al di fuori dell'area limitata in cui si sono verificati i casi, il cittadino può continuare a condurre una vita assolutamente normale. Seguendo le elementari norme di igiene, soprattutto lavandosi le mani se ha frequentato luoghi affollati ed evitando di portarsi alla bocca o agli occhi le mani non lavate".

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