Mamma, non ho l'età per chattare

I pedagogisti sconsigliano l'utilizzo degli smartphone prima dei 12 anni

Maria Sorbi

Alcuni genitori lo usano come una specie di «baby sitter elettronica», scorciatoia sicura per calmare i bambini quando piangono o per intrattenerli quando sono agitati. Niente di più sbagliato, lo sappiamo tutti, ma tant'è. Il rapporto con lo smartphone è diventato questo. Anche nelle migliori famiglie. Ma è giusto demonizzare il telefonino? O dovremmo solo capire quando (e per quanto) darlo in mano ai nostri figli?

I bambini ne sono inevitabilmente attratti, come del resto lo eravamo noi con i videgiochi portatili. Non fanno in tempo a iniziare le scuole elementari che desiderano avere un cellulare tutto loro e fanno pressioni su mamma e papà. A che età è possibile dare un telefonino ai bambini?

I pedagogisti sostengono che sia saggio resistere fino ai 11-12 anni, ovvero durante la scuola media, i bambini e i preadolescenti non dovrebbero possedere uno smartphone e un tablet personale. Certo, è una posizione poco popolare e probabilmente tenderà a scontrarsi con il trend comune, ma la maggior parte di psicologi sono d'accordo.

Secondo i dati Eurispes, diffusi dalla Società italiana degli psicologi e psichuatri, molto spesso, il cellulare viene regalato intorno ai sette anni (nel 18% dei casi) e, ovviamente, poter accedere liberamente a chat, app per adulti e internet espone i bambini a rischi che non sono in grado di gestire. Proprio per evitare queste situazioni, l'anno scorso in Belgio il governo ha lanciato una campagna per limitare l'esposizione di bambini e adolescenti alle onde elettromagnetiche dei telefonini.

L'ECCESSO DI STIMOLI

Non è solo una questione di uso errato e di potenziali rischi della rete. I problemi principali riguardano la salute: gli smartphone eccitano ( e sovraeccitano) il cervello, come tutti i dispositivi digitali. Le onde elettromagnetiche aumentano il rischio tumore, interferiscono con i ritmi del sonno, la capacità di socializzare e aumentano l'aggressività. Inoltre, l'abuso influenza anche la postura, diminuisce la capacità di attenzione, di concentrazione e la perdita di memoria che già, in era di post e sovraesposizione ai social, è drasticamente calata.

I bambini si abituano a utilizzare il cellulare da piccolissimi perché i genitori, spesso, glielo passano per intrattenerli. Diventa una sorta di babysitter low cost, soprattutto ai pasti, al ristorante, e un mezzo per «ricattare» il bambino: se mangi, ti faccio giocare con il telefono, se smetti di fare i capricci, ti faccio guardare un video su Youtube e via così. È una sorta merce di scambio e anche in questo caso diventa molto diseducativo. Inoltre, abituare a usare lo smartphone per più di 5 ore al giorno aumenta del 43% il rischio di obesità. È quanto suggerisce uno studio su studenti universitari presentato alla conferenza dell'American College of Cardiology in Colombia.

RAGIONIAMO PER GRADI

Dai 3 ai 5 anni i bambini non devono possedere un telefonino, ma possono iniziare a utilizzare i dispositivi digitali, sotto lo stretto controllo del genitore e non più di un'ora al giorno e non consecutiva. Video, storielle e canzoncine adatte a loro possono essere uno stimolo e un veicolo di apprendimento se studiati a loro misura.

Dai 5 agli 11 anni il bambino sa usare il tablet e lo smartphone molto bene. Per questo motivo, impostando il parental control, è possibile lasciare che faccia esperienza autonoma. Dopo gli 11-12 anni arrivano «i guai». «Mamma, ma nella mia classe lo hanno tutti» se ne spunta fuori. Che fare? I pedagogisti sostengono che più si aspetta a regalare il telefonino ai propri figli meglio è. Qualcuno para il colpo dando in mano ai ragazzini il vecchio cellulare (non smartphone) senza connessione e senza chat. In ogni caso, anche quando si decide di dare in mano ai propri figli il cellulare è bene dare un'occhiata alle le loro chat. E che nessuno sollevi questioni legate alla fiducia e alla privacy: si tratta semplicemente di capire con chi si scambia informazioni e di controllare le persone con cui interagisce.

L'ESEMPIO DEI GENITORI

I primi a dare il buon esempio sull'uso corretto del telefonino devono essere i

genitori. Anche le nuove linee guida dell'Organizzazione Mondiale della Sanità dicono chiaramente che il problema non riguarda solo gli adolescenti. Ma i loro genitori, che stanno incollati allo schermo (anche a tavola).

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