«Il punto vita ci aiuta a capire chi avrà problemi di diabete»

Il rotolino addominale «non è solo un problema estetico, ridurlo vuol dire acquisire salute». A spiegare l'importanza della vita snella è la nutrizionista Evelina Flachi, presidente della Fondazione italiana per l'educazione alimentare.

Dottoressa Flachi, intende dire che il grasso addominale può essere pericoloso?

«Sì. In base a recenti studi è considerato un vero e proprio organo endocrino, produce ormoni e sostanze infiammatorie che possono favorire alterazioni metaboliche legate all'accumulo di colesterolo e l'insorgenza di patologie come il diabate».

Quindi la misurazione della circonferenza vita può servire a formulare una diagnosi?

«Può essere predittiva di una predisposizione, ovviamente assieme alla pressione e ad altri valori da rilevare attraverso le analisi del sangue. Per la donna la circonferenza vita non deve superare gli 80 cm, per l'uomo i 94 cm».

Come buttar giù il grasso in eccesso?

«Fondamentale un'attività fisica aerobica. Sarebbe sufficiente una camminata di 40-45 minuti fatta a giorni alterni ma con costanza. E poi è fondamentale mangiare correttamente, possibilmente fin da quando si è piccoli».

Le cause della pancetta sono di varia natura.

«Per questo è importante consultare uno specialista. A volte è una questione ormonale, altra è gonfiore addominale causato da una disfunzione intestinale o da cattiva digestione».

Quali cibi bisogna assolutamente evitare?

«Dipende. In generale è sbagliato saltare i pasti, soprattutto se si tratta di colazione e pranzo. In questo modo si arriva affamati la sera e si mangia troppo a cena. Invece vale la regola della colazione da re, del pranzo da ricchi e della cena da poveri. Insomma, ci vuole sempre un certo equilibrio fra entrate e uscite ed è necessario cambiare le nostre abitudini alimentari».

Lei parla di abitudini alimentari, non di dieta.

«Non sono per le diete strong, nessuno riesce a portarle avanti.

Meglio un'alimentazione costantemente a basso tenore di grassi saturi, con poco sale e pochi zuccheri semplici. E soprattutto con porzioni calibrate e con un'attenzione costante alla qualità dei prodotti che mettiamo in tavola. Sarebbe bene comprarne meno, senza riempire il frigorifero, ma buoni».

MaS

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