Salute

Ictus e infarto, così il sale a basso contenuto di sodio li previene

Lo studio più importante mai condotto ha evidenziato un ridotto rischio di ictus e infarti se viene utilizzato il sale iposodico: attenzione, però, al rovescio della medaglia

Il sale con poco sodio previene milioni di ictus e infarti

La sostituzione del sale da cucina con un "sostituto del sale" a ridotto contenuto di sodio e potassio riduce significativamente i tassi di ictus, infarto e morte. A confermarlo, i risultati di uno dei più grandi studi di intervento dietetico a oggi mai condotti.

Cosa dice lo studio sul sale

14% in meno il rischio di ictus, 13% in meno il rischio di infarti e centinaia di migliaia se non milioni di vite salvate: sono queste le conclusioni dello studio appena presentato al Congresso della Società Europea di Cardiologia di Parigi e pubblicato sul New England Journal of Medicine. Il George Institute for Global Health di Sydney in Australia è riuscito a reclutare 21mila persone di 600 villaggi delle zone rurali della Cina.

Tutti i volontari avevano più di 60 anni e avevano già avuto un ictus o soffrivano di pressione alta. Al primo gruppo è stato fornito un sostituto del sale composto per il 75% da cloruro di sodio e per il 25% da cloruro di potassio, una miscela molto simile ai sali iposodici che si trovano anche al supermercato. Il secondo gruppo, invece, ha continuato a usare il sale tradizionale.

«Li abbiamo seguiti per 5 anni, senza perderne di vista neppure uno, grazie a visite routinarie e monitoraggio costante del nostro sistema di sorveglianza sul territorio», racconta a Repubblica l'unico italiano coinvolto nella ricerca, lo statistico medico romano Gianluca Di Tanna, professore dell'Università del New South Wales e responsabile della sezione di Biostatistica del George Institute. «Le conclusioni sono inequivocabili: il sale modificato riduce il rischio di ictus del 14%, di malattie cardiovascolari, come l'infarto, del 13% e del 12% il rischio di morte per qualsiasi causa. Il sostituto del sale ha lo stesso effetto di un costoso farmaco di prevenzione secondaria, se non maggiore. La portata dei risultati e la semplicità dell'intervento ci lasciano ben sperare su un impatto di vasta scala sulla salute pubblica».

Cos'è il sale iposodico

Il sale iposodico è un particolare tipo di sale caratterizzato dalla sostituzione del cloruro di sodio normalmente in esso contenuto con una quota più o meno importante di cloruro di potassio: qui possono essere presenti anche altre sostanze che vengono addizionate per migliorarne il sapore. È un cosiddetto “sostituto del sale”, il cui uso solitamente viene prescritto a soggetti che devono seguire un particolare regime dietetico iposodico (in caso di ipertensione, per esempio).

Come spiegano dall'Humanitas Research Hospital, quando utilizzato a scopo terapeutico, il sale iposodico deve essere consumato solo dietro prescrizione e sotto monitoraggio medico: poiché, infatti, diverse patologie (come l’insufficienza renale) e l’assunzione di determinati medicinali (come i diuretici risparmiatori di potassio) riducono la capacità dell’organismo di eliminare il potassio, aumentare l’apporto di questo minerale (di cui il sale iposodico è particolarmente ricco) può comportare diversi pericoli per la salute, anche importanti.

Attenzione all'iperkaliemia

«Un eccessivo livello di potassio nel sangue, conosciuto come iperkaliemia, può favorire le aritmie cardiache, particolarmente nei soggetti con patologie croniche al fegato. Infatti, abbiamo escluso dai volontari chi aveva malattie epatiche. Eppure, non abbiamo riscontrato alcun segnale di rischio legato al potassio e nessuna differenza sull'incidenza di iperkaliemia. Certamente i pazienti con problemi epatici non dovrebbero usare sostituti ma dovrebbero stare alla larga anche dal sale stesso», spiega il capo ricercatore Bruce Neal, docente di Medicina.

Insomma, c'è un'ulteriore dimostrazione che l'eccessivo consumo (l'Oms ne raccomanda soltanto 5 grammi al giorno) è associato a pressione alta mentre l'effetto del sale modificato su malattie cardiovascolari e morte non era ancora noto prima di questa enorme ricerca: ricordiamo che ogni anni 200mila persone muoiono in Italia a causa di ictus terza causa di morte. La prima è rappresentata dalle malattie cardiovascolari (in tempi pre Covid), che uccidono oltre 230mila pazienti all'anno.

Il sale iposodico può quindi avere un impatto importante sulla salute ma il cloruro di sodio si trova anche in parecchi cibi, soprattutto confezionati e ultra-processati, anche se in Europa molto è stato fatto dall'industria alimentare per ridurne le quantità. Optare per il sale "speciale", quindi, non deve essere una scusa per poi consumare alimenti che ne sono ricchi, fanno notare i ricercatori.

«Cercare di persuadere l'industria del cibo ad aggiungere meno sodio agli alimenti trasformati è sicuramente uno degli obiettivi che ci poniamo per i prossimi 10 anni», conclude Neil.

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