Coronavirus

In soli venti giorni prende il Covid due volte

Un’infermiera spagnola dopo aver contratto Delta è stata infettata anche da Omicron

In soli venti giorni prende il Covid due volte

In soli venti giorni ha preso due volte il Covid. È la storia di un’infermiera spagnola che dopo aver preso Delta ha contratto anche Omicron.

L’operatrice sanitaria dodici giorni dopo la vaccinazione è risultata positiva il 20 dicembre 2021. Il 10 gennaio, però, aveva ancora una volta febbre, brividi e tosse. Dopo aver eseguito l’ennesimo tampone, ha scoperto di avere un’altra variante. Il tutto provato da test molecolari che nei fatti sono riusciti a permettere a chi di dovere di distinguere i vari ceppi.

Il caso per gli scienziati è particolarmente interessante. Consiste, intatti, nella dimostrazione che non è possibile fermare Omicron né con l’attuale vaccino né se si è già stati contagiati in passato. Ecco perché tale episodio è stato dibattuto durante l’ultimo congresso della Società europea di malattie infettive e microbiologia clinica in corso a Lisbona.

Secondo Gemma Recio, infettivologa dell’Institut Catala’ de Salut a Tarragona, i guariti non possono dare per scontato di non riprendere il Covid, anche se hanno eseguito tutti i booster. La dottoressa, al Corriere della Sera, chiarisce come “sia la precedente infezione con altre varianti che la vaccinazione sembrano proteggere parzialmente da malattie gravi e ospedalizzazione in chi contrae Omicron”.

A dare spiegazione di tutto ciò è Pierangelo Clerici, presidente dell’Associazione Microbiologi clinici italiani. L’esperto ai taccuini del Corriere della Sera rivela come “molte malattie infettive possono dare reinfezione”, soprattutto quando il microrganismo è cambiato non poco. Detto ciò, il vaccino agirebbe su buona parte del genoma virale, consentendo così alle persone di non prendere i sintomi in forma grave e di non far affollare così le terapie intensive.

L’esempio dell’infermiera spagnola, allo stesso tempo, ribadisce l’importanza del sequenziamento, soprattutto per tenere controllo quanto accade nei reparti, considerando che l’infezione tante volte viene contratta proprio in ospedale. Ribadisce, inoltre, l’importanza di velocizzare i tempi per quanto concerne un vaccino che possa essere efficace contro ogni tipo di variante.

Secondo quanto riportato dall’ultimo congresso europeo degli infettivologi ci vorrebbe una dose, da essere somministrata come l’antinfluenzale e in grado di garantire una protezione contro ogni mutazione del Covid.

Rispetto all’argomento sarebbero già in corso importanti studi sia nel Regno Unito che in Canada.

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